Quotazioni grano duro +80% rispetto a un anno fa. Tra prezzi e stime produttive, di cosa si è parlato ai Durum Days
Durante l'annuale appuntamento dei Durum Days si è parlato di prezzi del grano duro e attese della filiera in Italia e nel mondo. Riunite allo stesso tavolo: Compag, Assosementi, Cia – Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Italmopa, Unione Italiana Food e CREA, con Areté quale partner tecnico.
Restano sostenuti i prezzi del grano duro, con quotazioni superiori di circa il 70-80% rispetto a un anno fa. A maggio il prezzo della Camera di Commercio di Foggia si è attestato sui 544,50 €/t, un valore non distante dai picchi massimi toccati a gennaio 2022. È difficile al momento ipotizzare riduzioni di prezzo superiori al 15%, anche per il sostegno che arriva da condizioni sempre più critiche sul generale mercato dei cereali. In Europa il clima secco sta mettendo a rischio il raccolto di frumento duro, soprattutto in Francia, mentre in Italia le recenti piogge potrebbero non essere sufficienti a compensare la siccità dei mesi precedenti, anche alla luce dei ritardi delle semine, ed in considerazione dell’ondata di caldo che sta investendo il Paese. Le prospettive di riduzione dei prezzi per il grano duro, peraltro modeste, restano quindi subordinate ai rischi di ulteriore deterioramento delle produzioni per via dell’impatto climatico. La produzione nazionale faticherebbe a raggiungere i 4 milioni di tonnellate, facendo quindi registrare un leggero calo rispetto alla campagna precedente. È questo il quadro che è emerso dai Durum Days 2022, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della campagna, svoltisi a Foggia con la partecipazione dei rappresentanti di Assosementi, Cia – Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa, Unione Italiana Food e CREA, con Areté quale partner tecnico e con la partecipazione in veste di sponsor di Syngenta.
Secondo le previsioni elaborate da Areté, società di ricerca e consulenza specializzata nell’agri-food, dopo il pesante impatto della siccità che nella scorsa campagna ha compromesso oltre la metà del raccolto atteso in Nord America, anche per la campagna 2022/23 (che si apre a giugno 2022) le condizioni climatiche non ottimali stanno ipotecando le produzioni attese.
In Nord America (USA e Canada), i ritardi nelle semine e la siccità stanno limitando le potenzialità di rimbalzo dell'offerta, comunque significative dopo la produzione deludente della scorsa campagna. In Canada, dove l’aumento atteso delle aree seminate è superiore al 10%, le stime di Areté prevedono produzioni che non andranno oltre i 5,5 milioni di tonnellate: non certo un dato record, ma comunque un recupero importante rispetto al dato precedente di 2,6 milioni di tonnellate.
Tornando invece alle previsioni di resa del grano duro per l’Italia, sono pesanti le incognite legate ai cambiamenti climatici. Secondo il Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali del CREA, il più importante ente di ricerca dedicato all’agroalimentare, “nelle regioni meridionali, le semine scalari di inizio stagione, dovute alle abbondanti precipitazioni, unitamente alle basse temperature del periodo primaverile hanno provocato un allungamento del ciclo della coltura, costringendola ad una fase di riempimento della granella con temperature in forte aumento. Pertanto, in questi areali, se le condizioni meteorologiche permangono stabili, la produzione media attesa potrebbe essere limitata per effetto della 'stretta'. Nelle regioni centro-settentrionali, superato l’allarme siccità del periodo invernale-primaverile, al momento la coltivazione si presenta in buone condizioni anche dal punto di vista fitosanitario. Resta anche al Nord l’incognita meteorologica delle prossime settimane che potrebbe influenzare ancora la produzione finale”. “In una situazione globale come quella attuale, caratterizzata da prezzi alti e stock ai minimi, c’è il rischio che gli agricoltori vogliano vendere grandi quantità di grano entro agosto, con conseguenti problemi dovuti alla forte esposizione degli stoccatori per gli anticipi di credito”. È questa la preoccupante affermazione di Mauro Acciarri, Vice Presidente di Compag - la Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie e dei Centri di Stoccaggio - a conclusione dell’annuale appuntamento dei Durum Days che delinea le attese sulle produzioni di grano duro in Italia e nel mondo. Compag, che rappresenta un settore con un fatturato stimato di circa 3,8 mld di euro e circa 4.000 imprese, ritiene necessario uno sforzo comune della politica e del sistema bancario per evitare che il mercato agricolo nazionale crolli sotto i colpi del caro prezzi e della carenza di materia prima, come già sostenuto lo scorso marzo in occasione del tavolo convocato dal Sottosegretario Centinaio per affrontare la situazione emergenziale relativa ai cereali.