Retail italiano a crescita zero: consumi fermi nell'ultimo trimestre 2025

Retailer Barometer Confimprese-Jakala: ultimo trimestre 2025 a crescita 0, agosto segna un +1% ma con progressivo annuale negativo. I consumatori restano cauti.

9 Ottobre 2025 - 12:22
Retail italiano a crescita zero: consumi fermi nell'ultimo trimestre 2025

INDAGINI E RICERCHE - Il settore retail italiano si avvia verso una chiusura d'anno piatta. Le previsioni dell'ultimo trimestre 2025 vengono riviste a zero a parità di rete, con un drastico ridimensionamento rispetto alla stima iniziale di inizio anno che indicava un +1,7%. Lo certificano i dati del Retailer Barometer Confimprese-Jakala su base semestrale, che fotografano un comparto in difficoltà e senza slancio.

La base associativa Confimprese, che rappresenta 500 brand, 100mila punti vendita e 1,2 milioni di addetti, conferma: non c'è crescita nel retail. L'Osservatorio Consumi Confimprese-Jakala rileva inoltre che il mese di agosto non ha raggiunto i risultati sperati, fermandosi a un +1,0% su agosto 2024. Il dato complessivo dei primi otto mesi dell'anno (gennaio-agosto 2025) resta sotto i livelli dell'anno scorso, registrando un -0,4%.

«Alla chiusura dei primi otto mesi 2025 – riflette Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimpreseil trend appare ormai abbastanza consolidato. Nonostante l'inflazione sia sotto controllo, i consumatori mostrano un atteggiamento cauto, improntato al risparmio sugli acquisti discrezionali e alla prudenza in quelli di prima necessità. Cosa questa che frena i consumi e la possibilità di crescita. Volatilità e incertezza dominano il contesto economico e su questi fattori è necessario fare una riflessione per adottare misure, anche in sede istituzionale, che mirino a ripristinare il potere di spesa delle famiglie dopo l'erosione inflattiva degli scorsi anni».

Settori merceologici: previsioni differenziate

Le stime per comparto evidenziano situazioni diverse. Le aziende di abbigliamento-accessori prevedono una chiusura dell'ultimo trimestre a -2,3%. La ristorazione si attesta a -1%, mentre solo altro retail (casa-arredo, elettronica, telefonia, libri, cura persona e fitness) mostra aspettative positive con un +1,8%.

Nel mese di agosto i settori merceologici hanno riflettuto l'andamento generale del mercato: abbigliamento-accessori a +1,5%, ristorazione a +1,4%, altro retail in parità a +0,0%, confermando le difficoltà di un comparto che non riesce a recuperare dopo il boom del post-Covid.

Canali di vendita e traffico in calo

Nei canali di vendita, i centri commerciali chiudono agosto a +2,5%, dimostrando che le famiglie apprezzano i luoghi polifunzionali dove trovare momenti di svago oltre agli acquisti. Le high street si fermano poco sopra la parità a +0,5%, mentre la prossimità registra un +1,6%.

Preoccupa il trend degli scontrini: il numero delle transazioni prosegue nella discesa, con particolare evidenza nell'abbigliamento e accessori, dove l'incremento del valore medio degli acquisti non ha bilanciato la perdita di vendite. Due terzi delle aziende riscontrano ancora un andamento negativo del fatturato nel progressivo gennaio-agosto 2025 rispetto a gennaio-agosto 2024.

Parallelamente al calo delle transazioni, anche le presenze fisiche nei negozi registrano una flessione del 3,5%, dato segnalato dal 59% dei retailer su tutto il territorio nazionale, con particolare incidenza nelle regioni del Nord-Est e del Centro.

Un quadro economico fragile

La situazione economica resta critica. Anche durante agosto, tradizionalmente periodo di spesa legato alle vacanze, gli acquirenti hanno mantenuto un approccio prudente, limitandosi a spese ponderate nonostante l'avvio dei saldi estivi a luglio. Il clima di incertezza legato alle oscillazioni dei mercati internazionali e alle continue ritrattazioni delle politiche tariffarie incide sulle decisioni di acquisto.

Il dato complessivo rivela un mercato sostanzialmente immobile, in cui l'inflazione sotto controllo non basta a rilanciare la propensione alla spesa. Volatilità e incertezza economica richiedono interventi mirati, anche istituzionali, per ripristinare il potere d'acquisto delle famiglie eroso negli anni passati dall'inflazione.

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