Pausa pranzo: l'inflazione frena il consumo, 8 italiani su 10 scelgono un menù più salutare

Edenred condivide i risultati di FOOD, indagine che fotografa le abitudini alimentari delle persone in pausa pranzo e l’offerta dei ristoratori

16 Ottobre 2024 - 15:34
Pausa pranzo: l'inflazione frena il consumo, 8 italiani su 10 scelgono un menù più salutare

INDAGINI E RICERCHE - Il programma FOOD (Fighting Obesity through Offer and Demand) promosso da Edenred insieme a 19 partner pubblici e Università, festeggia quest'anno il suo 15° anniversario. L’indagine, condivisa in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, offre un’occasione per riflettere sui temi connessi all’alimentazione e alla pausa pranzo, rilevando dati e tendenze nelle abitudini delle persone e dei ristoratori, con l’obiettivo di promuovere una dieta sana ed equilibrata.

L’edizione 2024, basata sulle risposte di 49.990 dipendenti e 1.491 ristoranti in 22 paesi del mondo, conferma le tendenze emerse lo scorso anno e le rafforza ulteriormente: i dipendenti e i ristoratori stanno dimostrando una maggiore attenzione alle opzioni alimentari sane, ma devono affrontare limitazioni dovute a vincoli di budget. Dai dati rilevati a livello nazionale, in particolare, risulta che per un italiano su cinque la spesa per il cibo impegna più del 40% del budget mensile, con quasi il 90% che ritiene probabile nei prossimi mesi un ulteriore aumento dei costi. Le preoccupazioni per l’inflazione, che fatica ad arrestarsi, vanno di pari passo con una sempre più marcata sensibilità verso i temi della sana e corretta alimentazione e verso le iniziative contro lo spreco, aspetti su cui il mondo della ristorazione sta adeguando la propria offerta. Inoltre, i dati sottolineano il ruolo dei buoni pasto come supporto per aumentare il potere d’acquisto e migliorare la quantità e la qualità dei pasti. 

Il ruolo, sempre più strategico, dei buoni pasto nell’aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e nel migliorare la qualità del cibo

Contro il carovita, l’80% dei lavoratori italiani, in linea con i dati globali, vede nel buono pasto un supporto concreto ai consumi, tanto da farne un criterio di scelta del ristorante in cui consumare il pranzo. Un benefit irrinunciabile, senza il quale il 71% degli intervistati conviene che verrebbe danneggiato il proprio potere d’acquisto. Viceversa, l’ipotesi di un buono pasto più sostanzioso incentiverebbe 8 consumatori su 10 a utilizzarlo per migliorare la qualità dei pasti. Anche per il mondo della ristorazione il buono pasto rappresenta uno strumento prezioso: per il 63% degli esercenti ha un impatto positivo sulla propria attività, con il 58% che gli riconosce di favorire l’aumento del fatturato e il 56% di ricavarne una maggiore visibilità.

Dipendenti e ristoratori, nonostante le sfide economiche, puntano su un’alimentazione più sana e sostenibile

Gli effetti dell’inflazione sono confermati anche da parte della ristorazione, con 7 partner su 10 a registrare nell’ultimo anno un numero di clienti pari o inferiore all’anno scorso (in aumento solo per il 14% degli intervistati). D’altra parte, se per 9 ristoranti su 10 il primo fattore di attrattività è la competitività dei prezzi, il 74% concorda che oggi la clientela ricerchi un’offerta salutare: una constatazione che ha spinto un ristoratore su due a cambiare fornitori per avere più prodotti sani e locali e quasi il 60% a dichiarare l’utilizzo di prodotti biologici per la preparazione dei piatti. L’attenzione ad una dieta sana e bilanciata trova riscontro anche nell’80% dei lavoratori intervistati che ricerca un’offerta più sana dai ristoranti, aspettativa motivata da motivi di salute per il 70% dei casi e ricercata nella disponibilità di prodotti freschi (63%), di una maggiore offerta di verdure (54%) e di chiare indicazioni nutrizionali in etichetta (45%). 

I ristoranti si impegnano con iniziative concrete contro lo spreco alimentare

Circa l’80% degli intervistati, inoltre, dichiara di essere attento al tema dello spreco alimentare e di essere interessato a conoscere i ristoranti che prendano provvedimenti per limitarlo. Il 61% dei ristoratori italiani intervistati, a fronte del 44% rilevato globalmente, pensa che prevedere azioni contro lo spreco alimentare spinga il cliente a mangiare nel suo ristorante: l’85% dei ristoratori afferma infatti di aver intrapreso azioni per contrastarlo, come il riutilizzo di ingredienti per la preparazione di altre ricette (56%) o la distribuzione di doggy bag (44%).

L’Indagine FOOD conferma ulteriormente il ruolo del buono pasto come strumento concreto per  aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, stimolando anche l’attività economica dei ristoranti e supportando l’economia locale”, ha dichiarato Agnieszka Piszczek, Chief Partnership Officer di Edenred Italia – “Oltre che un sostegno economico, dall’indagine emerge chiaro il ruolo centrale del buono pasto e della rete di esercizi convenzionati nel promuovere quotidianamente abitudini alimentari sane ed equilibrate, volte, inoltre, ad aumentare la consapevolezza sulla lotta contro lo spreco alimentare. Aspetti che guidano sempre più le scelte quotidiane delle persone e dei ristoranti, sempre più attenti a queste tematiche”.

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