Riapre il ristorante Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui due Golfi

Don Alfonso 1890, il ristorante del Sud Italia ha ottenuto per primo il massimo riconoscimento sia dalla Guida Michelin che dal Gambero Rosso, riapre dopo due anni di ristrutturazione orientata alla sostenibilità. Il ristorante sarà aperto solo a cena e i posti disponibili sono stati ridotti da 80/90 a 50.

La carenza di personale, un problema comune per le grandi attività della ristorazione e dell'ospitalità, persiste anche per Don Alfonso, avviato 51 anni fa da Alfonso Iaccarino. Per far fronte alla mancanza di personale necessario per l'hotel, la scuola di cucina e il ristorante, che richiedono 50/60 collaboratori, la famiglia Iaccarino ha adottato diverse misure. Tra queste, la chiusura a pranzo dal lunedì al venerdì e una riduzione del 30% del numero di tavoli.

Alfonso Iaccarino sottolinea che, anche avendo un team di lavoro altamente qualificato, è evidente che i giovani preferiscano orari più flessibili, pertanto si è deciso di riorganizzare il lavoro riducendo gli orari e ponendo un maggiore focus sul servizio serale, concentrato su un minor numero di tavoli, con conseguente aumento dell'energia sia in sala che in cucina. È stato possibile adottare questa soluzione grazie alla rete internazionale dei Don Alfonso, che offre sicurezza e visibilità internazionale, permettendo di inseguire meno i guadagni nell'insegna di casa, contando anche su una clientela fidelizzata. 

Ernesto Iaccarino, parlando dell'attenzione ai dettagli nel servizio ai clienti provenienti da tutto il mondo, evidenzia l'importanza di preservare il patrimonio morale dei genitori e sta promuovendo una visione strutturata della sostenibilità umana, che considera un capitale da salvaguardare nell'attuale contesto.

All'inizio, l'avvio del percorso è stato estremamente complicato, rivela  Alfonso Iaccarino, settantotto anni di esperienza nel settore culinario. A quel tempo, solo la cucina francese era considerata della critica internazionale alta cucina. In parallelo, Iaccarino ha iniziato il suo percorso insieme a Gualtiero Marchesi, un maestro che ha sempre sostenuto e che operava a Milano, dove le sue innovative creazioni sono state immediatamente accolte. Tuttavia, a Sant'Agata, dove Iaccarino ha operato, è stato necessario un impegno costante per costruire una reputazione credibile nel settore.

Nonostante le sfide iniziali, nel panorama gastronomico mondiale gli italiani hanno sempre goduto di un ampio spazio, grazie alla straordinaria ricchezza di materie prime presenti nel Paese. L'esempio classico è rappresentato dallo spaghetto al pomodoro e basilico Don Alfonso, diventato un'icona non solo per il suo gusto, ma anche per il suo design, paragonabile a un prodotto di prestigio come una macchina da scrivere Olivetti o una ceramica di Vietri.

Parlando della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco, Iaccarino rileva l'importanza di premi e riconoscimenti istituzionali per il settore. Con orgoglio, menziona il riconoscimento della laurea honoris causa in Scienze dell'Educazione Alimentare conferitagli dall'Università Suor Orsola Benincasa.

Come imprenditore, Iaccarino guarda al futuro e riflette sull'importanza della gentilezza, dell'etica nel lavoro e della consapevolezza dei propri limiti. Rivolgendosi ai giovani, incoraggia a perseguire i propri obiettivi con pazienza e dedizione, sottolineando che il successo richiede tempo e impegno.

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