The Whynery Journal: il coraggio di osare

Nella rubrica a cuora di The Whynery Journal, Andrea Pilotti riflette sul coraggio di osare per creare nuove attrative per il nostro paese

12 Marzo 2021 - 00:30
The Whynery Journal: il coraggio di osare
Nuovo appuntamento con la rubrica a cura di The Whynery Journal. Andrea Pilotti, AD di 5-hats, riflette sul coraggio di osare degli imprenditori del settore turistico e del fuori casa in un momento così particolare come quello che stiamo vivendo per creare nuove attrative per il paese.

IL CORAGGIO DI OSARE

Ci sono momenti nel percorso imprenditoriale di un’azienda in cui il coraggio di osare diventa il vero modello di business. La domanda nasce spontanea: ma oggi in una situazione come questa, in piena crisi dovuta all’emergenza sanitaria in corso, è davvero il momento di mettere in campo il coraggio e osare? Ogni volta che mettiamo il cervello in modalità coraggio come modello per osare, accade una cosa ben precisa: la valutazione tra ciò che possiamo perdere e ciò che possiamo ottenere con quel gesto di coraggio. Facciamo un esempio: ammettiamo di trovarci davanti ad un fossato e chiederci se doverlo saltare o meno. Si avvierebbe il meccanismo indicato prima e nella maggioranza dei casi la decisione sarebbe: no meglio di no non si sa mai che mi faccia del male. Ma presumiamo di essere inseguiti da dei lupi famelici, cosa accadrebbe nella nostra mente? L’esatto contrario, ci raccomanderebbe di osare e ti tirar fuori il coraggio di saltare per salvarsi da una situazione veramente difficile; a quel punto non importa più se esiste la possibilità di scorticarsi le mani o le ginocchia nella caduta o la possibilità di fine nell’acqua del fossato, perché la mente spinge per la sopravvivenza indipendentemente dalle conseguenze postume. La sola cosa intelligente che il cervello cerca di calcolare è quello di valutare il modo di limitare i danni e trovare la più veloce via di fuga. Questo però funziona fino a quando il cervello è connesso, anche se affannato dalla situazione, perché basta l’insinuarsi della paura o peggio ancora del panico per ritrovarsi con l’assoluta mancanza di valutazioni, le azioni diverrebbero solo istintive senza analizzare le possibili conseguenze creando i presupposti per un peggioramento della situazione, come la rottura di qualche arto che ci bloccherebbe dalla fuga o l’annegamento per la mancanza di conoscenza delle tecniche del nuoto. A qual punto una situazione chiaramente complicatissima come l’inseguimento dei lupi diverrebbe tragica per le nostre decisioni irrazionali. Rapportiamo lo stesso ragionamento al business: oggi infatti gli imprenditori del settore turistico e ristorativo nonché di tutti quelli della filiera, si ritrovano in una situazione molto simile, la crisi che ci rincorre come lupi e davanti a noi un fossato, determinato dall’incertezza La nostra attitudine farà la differenza, siamo in una situazione di affanno ma con il desiderio di non perdere la lucidità mentale per peggiorare la situazione o ci siamo fatti prendere dalla paura o addirittura dal panico? Diciamo subito che per mantenere la lucidità si deve necessariamente cogliere l’incerto come opportunità di rilancio e non come un’ostacolo per farci sentire in trappola, perché tanto i lupi della crisi mordente non si fermeranno e siamo a ridosso del fossato: l’unico strumento di cui disponiamo è la nostra capacità di rimanere lucidi. Come rimanere quindi lucidi in queste situazioni? Alimentando il coraggio di perdere, che diverrà coraggio di osare. Tutti coloro che stanno aspettando per tornare alla realtà del pre pandemia stanno dimostrando di non avere il coraggio di perdere (perdere la loro fetta di mercato, di perdere le abitudini dei loro clienti, perdere fatturato se non faranno ciò che facevano prima, perdere di visibilità, perdere i risultati raggiunti negli anni…) e come processo naturale questo non gli permetterà di avere il coraggio di osare (osare di fare i cambiamenti che già da prima dovevano fare ma che mai avevano fatto, osare di stravolgere il loro modello di business, osare di cambiare target di riferimento, osare di acquisire nuovi mercati, osare di utilizzare nuove idee…). Perdere è sempre un dolore, motivo per qui di norma non siamo disposti a perdere per non affrontare il dolore che questo comporta; ma in questo momento storico chi perde in realtà ha grandissime possibilità di vincere, infatti una volta perso il peso del passato si è pronti a cogliere le opportunità di una nuova vita imprenditoriale. Guardandoci attorno e riconoscendo sinceramente, questo coraggio lo stiamo notando negli operatori del turismo o della ristorazione? Constatiamo che hanno applicato il meccanismo virtuoso secondo cui visto che i clienti sono molto meno a loro va dato il meglio, con i prodotti migliori con i servizi al top? O abbiamo avvertito che sono aumentati solo i prezzi e che i servizi ed i prodotti sono attualmente scadenti e mal serviti? Non era questa l’occasione per colmare il “fossato” dell’incertezza con un balzo in avanti dei servizi nelle strutture o nei menù dei ristoranti o nelle attività produttive del comparto enogastronomico? Eppure presi dal panico moltissimi operatori hanno agito senza strategia andando incontro ad una conclusione infelice, scontentate il cliente e mettendosi nella condizione di non intraprendere un nuovo cammino. Per quanto possa essere complesso, doloroso e faticoso è nostra responsabilità come imprenditori di settore far tornare la nostra nazione un valore attrattivo turistico. Dovremmo utilizzare questo periodo per elevarci ad un salto che ci permetta di competere con le altre nazioni che si stanno attrezzando per essere pronte alla nuova era turistica. Certamente ci sono molti imprenditori coraggiosi e stanno dimostrando di avere la volontà di osare, ma sono ancora troppo pochi, vanno imitati e sostenuti sapendo che saranno quelli che faranno la differenza. Prendiamoci del tempo, facciamo un’autoanalisi e stabiliamo di far uscire il nostro coraggio e la volontà di osare per operare un cambiamento positivo e virtuoso in questo comparto vitale per l’economia di un’intera nazione. ANDREA PILOTTI
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