Unire le forze per contare di più? Barolo ed Etna a Parigi e la sfida dell’Italia del vino
Barolo ed Etna uniscono le forze a Parigi: un esperimento di cooperazione che apre riflessioni sul valore e sul racconto del vino italiano.

VINI E DINTORNI - Cosa significa, oggi, che due territori italiani così diversi come le Langhe e l’Etna scelgono di condividere lo stesso palcoscenico internazionale?
È la domanda che accompagna l’evento in corso a Parigi, al Pavillon Wagram, dove per un giorno il Nord e il Sud del vino italiano si incontrano nella capitale del gusto. L’appuntamento, patrocinato dal Consolato Generale d’Italia a Parigi e riservato a operatori, stampa e importatori, è organizzato da I Vini del Piemonte e dal Consorzio di Tutela dei Vini Etna DOC, in collaborazione con la Strada del Barolo e grandi vini di Langa.
Trenta produttori, quindici dalle colline delle Langhe e altrettanti dai versanti dell’Etna, portano in degustazione oltre 150 etichette per un pubblico selezionato di professionisti francesi. Una giornata di incontri, masterclass e confronti, pensata non solo per presentare vini, ma per costruire un dialogo tra due territori che rappresentano due anime complementari dell’Italia enologica.
L’immagine dei produttori piemontesi e siciliani fianco a fianco invita a riflettere sul senso di questa alleanza. Si tratta di un semplice esercizio promozionale o un segnale di un modo diverso di raccontare il vino italiano? Il contesto in cui nasce questa iniziativa è tutt’altro che secondario. Il mondo enoico sta attraversando una fase complessa, i consumi rallentano, i costi aumentano, il clima cambia, i mercati si fanno più esigenti. In un panorama così incerto, la sfida non è solo economica ma culturale: come mantenere e rafforzare il valore del vino italiano nel tempo?

L’Italia produce eccellenze riconosciute ma spesso fatica a presentarle come sistema unitario. Da qui l’interesse per un esperimento come quello parigino, che unisce due denominazioni lontane ma simili nella tensione verso la qualità e nella fedeltà ai vitigni autoctoni.
Il Barolo, con la sua storia secolare, incarna la classicità e la profondità, l’Etna, con la sua energia vulcanica e la sua sorprendente vitalità, rappresenta la spinta più contemporanea del vino italiano.
Metterli insieme significa accostare due tempi della stessa storia, la memoria e la scoperta, la continuità e l’evoluzione, un gesto che non elimina le differenze ma le fa dialogare.
Per il Barolo può essere un’occasione per mostrare un volto più dinamico, per l’Etna un modo di consolidare il proprio posizionamento accanto a un nome già consacrato, per entrambi l’opportunità di esplorare una forma di promozione più aperta e condivisa.
La scelta di Parigi, città che ospita Wine Paris & Vinexpo Paris e che resta una delle piazze più influenti del mondo, aggiunge significato all’esperimento. La capitale francese, con la sua scena gastronomica e la concentrazione di ristoranti e wine bar di alta gamma, è un banco di prova esigente per ogni produttore, un luogo dove si misura non solo la qualità ma la capacità di trasmettere identità.
Anche il successo delle due masterclass condotte da Alexandre Fréguin, Miglior Sommelier UK 2018, entrambe sold out, conferma l’attenzione crescente verso i vini italiani di territorio e l’interesse per le loro storie.
È presto per dire se esperienze come questa possano trasformarsi in un modello stabile di collaborazione, ma il segnale che emerge fortemente è che nel mondo del vino la qualità da sola non basta più, serve una visione comune, capace di unire territori forti sotto un racconto condiviso.
In un mercato che premia coerenza, autenticità e riconoscibilità, la sfida non è solo produrre grandi vini, ma costruire valore intorno alla loro diversità. Forse è questo, più di ogni altro aspetto, il messaggio che arriva da Parigi: che l’Italia del vino, per contare di più, dovrà imparare a muoversi insieme, portando nel mondo la ricchezza dei suoi contrasti come la sua più grande forza.
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