Wisdomless a Roma cambia la drink list. E non solo. Ecco le novità

Nicole Cavazzuti ha visitato il locale e intervistato i titolari Graziano Paventi di San Bonaventura, Francesco e Vincenzo Saitta

3 Nov 2025 - 15:02
Wisdomless a Roma cambia la drink list. E non solo. Ecco le novità

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Nel cuore di Roma si sviluppa un progetto che unisce arte, cultura e ospitalità in modo sorprendente: Wisdomless Club. I titolari sono Graziano Paventi di San Bonaventura, Francesco e Vincenzo Saitta: legati da un vincolo personale e familiare, hanno scelto di dare vita a uno spazio che va oltre il semplice locale. Qui, la storia del rione, l’arte, la convivialità si intersecano. Non si tratta solo di bere o di uscire: è un’esperienza.

L’anima, la filosofia

Il progetto nasce in riferimento a una tradizione profonda: una “confraternita” romana, legata a San Filippo Neri, che dà al luogo una dimensione spirituale e comunitaria. Il collezionismo non è mero possesso, ma uno strumento di narrazione: arte e oggetti che raccontano “la storia nostra”, quella italiana, quella del rione, quella della caserma degli Zuavi pontifici che fu sede prima dell’Unità. L’idea è semplice, ma efficace: “la ricerca del bello” come antidoto alle difficoltà quotidiane.

Credits fotografici: Nicole Cavazzuti

Lo spazio e la gestione

Il locale si articola su due livelli. Il piano superiore, con boiserie eleganti, un cortile interno dove si può fumare e lo studio tattoo; il piano inferiore, pensato come grotta, immerso in un azzurro che richiama l'idea del mare, delle tubature apparentemente industriali che diventano scenografia. Dietro c’è tanta cura artigianale, manutenzione costante, staff di tappezzieri, falegnami, restauratori che da lunedì a venerdì lavorano per riportare sedie, tavoli, poltrone, oggetti d’arte in perfetto stato. Per questo si evita l’eccesso: niente feste fino all’alba senza criterio, niente gruppi incontrollati. Qualità prima di quantità.

Clientela e presenza turistica

Il pubblico è variegato: dal prelato al ragazzo che ama tatuarsi, dal locale “di Roma” al turista curioso. E la comunicazione si regge su passaparola ed Instagram: non campagne pubblicitarie mastodontiche, ma visibilità costruita nel tempo, “in sordina”. E nessuna inaugurazione fastosa: il locale si è fatto conoscere camminando piano e bene.

Eventi, produzione, location

Aperto dalle 12 fino alle 2 del mattino, il locale cambia pelle durante la giornata: di giorno ragazzi per design o tatuaggi, di sera “dopo teatro” e intrattenimento. È stato set per produzioni televisive e cinematografiche: una serie Netflix sugli 883, X Factor, interviste di rilievo. Le serate speciali (moonlight glamour, mentalisti, illusionisti, jazz, burlesque) confermano l’idea: non solo bere, ma vivere un momento. Anche gli eventi culturali — conferenze, celebrazioni storiche, divulgazione — trovano spazio al suo interno.

Credits fotografici: Nicole Cavazzuti

Il bar, i cocktail, i riconoscimenti

La parte bar si muove su un terreno ambizioso: aspira alla classifica “500 Top Bars” e nel mentre organizza serate con guest bartender provenienti da locali inseriti nei “50 Best Bars” (bar di Londra, Stati Uniti, Grecia) grazie a collaborazioni con sponsor come Campari, Molinari, Hennessy, London Essence, Velier.

La Drink List

Il nuovo menù di Wisdomless rende omaggio all’America’s Cup, il più famoso trofeo nello sport della vela, nonché la più antica competizione sportiva internazionale che si svolgerà nel golfo di Napoli nell’estate del 2027. “L’idea - racconta Vincenzo Saitta - era quella di far veleggiare i “marinai” non solo fino ad agosto, ma tutto l’anno rompendo il tabù della navigazione durante l’inverno. Abbiamo ideato 12 signature cocktail dedicati a 12 barche che hanno fatto la storia della Coppa America. Tra le imbarcazioni che hanno stimolato la nascita della drink list vi è la Shamrock di Sir Thomas Lipton, l’armatore scozzese, nonché grande filantropo, collezionista e velista considerato il miglior perdente dell'America's Cup per non aver vinto un solo evento”. Ideati dal bar manager Francesco Lazzo, i signature in carta sono America, Cymba, Bloodhound, Bona, Britannia, Genesta, Galatea, Puritan, Shamrock I, Moonbeam, Carrie Philipps, Jullanar. Tutti twist on classics. E a proposito di classici, in carta c'è pure una selezione di drink cult, ma in realtà tutti i principali cocktail qui possono essere richiesti.

Credits fotografici: Nicole Cavazzuti

Il Wine Club: “In alto i calici”

Un capitolo a sé lo merita il wine club: a capo Matteo, con la società “In Alto I Calici” (2021). Una selezione di 250–300 etichette rappresentative del territorio italiano, produttori artigianali, vini al bicchiere grazie al sistema Coravin. Il club organizza masterclass, eventi a tema, ha in programma 4-5 appuntamenti pubblici al mese più eventi privati. L’inaugurazione ufficiale è prevista per i primi di novembre (festa di San Martino). Un’offerta pensata non solo per bere, ma per approfondire, apprendere, partecipare.

Il servizio food: una nuova dimensione

Ultima novità: l’introduzione del food, ancora in fase embrionale. Per ora, l’accompagnamento al drink; presto, una lista di appetizer a pagamento, con opzioni vegetariane e di carne. Il concetto: mangiare e bere in armonia, integrare l’offerta senza snaturarla. Il locale non vuole essere solo “luogo di drink” ma luogo di esperienza completa.

Compila il mio modulo online.