Alberghi. Bene Green Pass obbligatorio, ma le famiglie con bambini?
Con il decreto che estende l'uso del Green Pass obbligatorio e di quello rafforzato si scongiurano le chiusure, ma le criticità del settore alberghiero restano. I dubbi di Alberghi Confindustria.
Con il decreto Covid che di fatto introduce il "Green Pass rafforzato", solo per i guariti e vaccinati, le chiusure in zona bianca, gialla e arancione sono state scongiurate. Il settore alberghiero dovrà però adattarsi a una novità, ovvero l'introduzione del Green Pass obbligatorio (anche ottenibile tramite tampone con diversa durata se rapido o molecolare) per i clienti delle strutture ricettive.
Confindustria Alberghi non manca però di sottolineare il quadro di criticità di cui è vittima il settore alberghiero.
"Sul fronte del nuovo provvedimento - Fa sapere l'associazione in una nota a firma di Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi. - è positivo che comunque il legislatore abbia riconosciuto l’albergo come un luogo presidiato e quindi a basso rischio con l’introduzione del solo Green pass base, ma la norma determina alcune complessità che speriamo siano chiarite e superare al più presto. Penso in primis al tema dei bambini poiché c’è il timore che l’apertura della campagna vaccinale per i ragazzi dai 5 agli 11 anni possa comportare, anche per loro, l’applicazione in automatico dell’obbligo di Green pass. Una corsa contro il tempo per vaccinare la fascia dei giovanissimi e una circostanza che rischia di generare delle oggettive complicazioni per le famiglie che vogliono trascorrere qualche giorno di vacanza a cavallo del Natale e che potrebbero trovarsi con la difficoltà, per i bambini più piccoli, di dover affrontare un tampone ogni 2 giorni.
Più in generale però, se pure le chiusure scongiurate ci fanno tirare un sospiro di sollievo, resta un quadro drammatico per il settore turismo e in particolare per le aziende alberghiere – prosegue la Presidente Colaiacovo.
Manca il turismo internazionale e certamente neppure in queste festività il turismo interno potrà surrogare a questa assenza. Parliamo di centinaia di migliaia di presenze (erano 220 milioni nel 2019) che mancano all’appello quest’anno.
Va ricordato che il settore è ancora pesantemente condizionato dalle limitazioni imposte dalle misure anti covid. Mentre il mercato americano sta iniziando a ripartire ma a velocità estremamente ridotta, altri ugualmente importanti per il nostro Paese come quello russo, cinese e indiano sono chiusi ai viaggi per turismo in Italia da più di un anno.
Il mercato di prossimità europeo subisce comunque le restrizioni che gli altri paesi stanno adottando per bloccare la pandemia.
Il dato sul tasso di occupazione resta molto basso su base annua arrivando a sfiorare appena il 27%.
Un quadro molto complicato che si aggiunge ai tanti mesi di gravissima crisi che si stanno vivendo ormai da quasi due anni.
Le strutture alberghiere, pur non essendo mai state direttamente coinvolte da provvedimenti di chiusura, subiscono il riflesso di misure restrittive applicate ad altri ambiti e sono rimaste sole e senza aiuti".
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