Dall’analisi fogliare ai sensori intelligenti: la rivoluzione digitale nella nutrizione del vigneto
Nutrire le viti con precisione oggi è possibile grazie all’unione tra metodi tradizionali e tecnologia avanzata, lo dimostra un nnuovo progetto americano
VINI E DINTORNI - Nel mondo della viticoltura, la gestione della nutrizione rappresenta da sempre una sfida fondamentale. Un vigneto ben nutrito è sinonimo di piante in salute, rese equilibrate e, soprattutto, qualità nel prodotto finale, che sia vino o uva da tavola. Tuttavia, il metodo più diffuso per monitorare lo stato nutrizionale delle viti, l’analisi dei tessuti fogliari, pur essendo il cosiddetto "gold standard", presenta dei limiti evidenti, è costoso, richiede molto lavoro manuale e non riesce a rappresentare la variabilità presente all’interno dei vigneti.
Su questa criticità si è concentrato un’iniziativa quinquennale guidata dalla National Grape Research Alliance e finanziata dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA-NIFA), con un budget di 4,7 milioni di dollari. L’obiettivo del progetto HiRes Vineyard Nutrition è quello di combinare le conoscenze agronomiche con le tecnologie digitali per rivoluzionare il modo in cui si gestisce la nutrizione nei vigneti.
Dalla foglia al sensore: una nuova visione della nutrizione
Fino ad oggi, i viticoltori raccoglievano foglie o piccioli durante la fioritura e l’invaiatura, analizzandone i nutrienti in laboratorio. Questo approccio, sebbene valido, risultava impreciso su larga scala, poiché pochi campioni rappresentavano l’intero vigneto. Il progetto HiRes ha quindi introdotto una serie di strumenti innovativi, dalle telecamere iperspettrali ai droni, dall’intelligenza artificiale alle immagini satellitari.
Queste tecnologie consentono di mappare l’intera superficie vitata, rilevando variazioni di vigoria, stress idrico o carenze nutrizionali. I sensori iperspettrali, in particolare, analizzano la luce riflessa dalla vegetazione in una vasta gamma di lunghezze d’onda (400–2500 nm), permettendo di monitorare indirettamente nutrienti fondamentali come azoto, potassio e magnesio.
Prove sul campo e risultati tangibili
Tra il 2020 e il 2024 sono state condotte 17 prove in vigneti reali in Oregon, Washington, California e Virginia, utilizzando sensori e analisi tissutali per correlare lo stato nutrizionale della pianta con la qualità e la resa del raccolto. Da questa osservazione è emerso che le lamine fogliari all’invaiatura sono ideali per monitorare l’azoto nelle uve da vino e per l’uva da tavola, che i piccioli durante la fioritura offrono le migliori indicazioni e infine che l’integrazione tra immagini satellitari e campionamento tradizionale consente di ridurre i costi e migliorare l’accuratezza.
L’utilizzo delle immagini satellitari ha anche portato allo sviluppo di metodi di campionamento più rappresentativi, mirati a zone a vigoria diversa (alta, media e bassa), aumentando significativamente l’efficacia del monitoraggio nutrizionale rispetto al classico campionamento “a occhio”.
Verso una gestione a dosaggio variabile
Uno degli sviluppi più interessanti è stato l’impiego dei dati raccolti per creare mappe nutrizionali di precisione. Queste mappe permettono l'applicazione mirata di fertilizzanti, riducendo lo spreco, l’impatto ambientale e i costi per ettaro.
Nel progetto, le mappe sono state applicate a trattori dotati di spandiconcime con regolatori intelligenti, portando all’introduzione del concetto di “fertilizzazione a dose variabile”. Il risultato? Una gestione su misura per ogni singolo appezzamento o perfino per ogni singola vite.
Strumenti digitali a disposizione dei viticoltori
Per facilitare l’adozione di questi metodi, il team ha sviluppato MyEV (My Efficient Vineyard), una piattaforma gratuita e open access che consente ai viticoltori di caricare i dati dei propri vigneti, ricevere indicazioni su dove campionare, visualizzare mappe nutrizionali, simulare applicazioni mirate.
Oltre alla piattaforma, sono stati organizzati seminari e corsi di formazione per accompagnare i produttori nella transizione verso la viticoltura di precisione.
L’impatto economico e il futuro della viticoltura
Oltre all’efficienza agronomica, il progetto ha anche analizzato il ritorno economico degli interventi nutrizionali. L’Oregon State University ha sviluppato un modello che combina dati meteorologici, analisi fogliari e rese attese, offrendo stime su costi, benefici e impatto ambientale. Questo modello sarà presto disponibile in una web-app per facilitare le decisioni strategiche anche in piccole aziende.
Il progetto HiRes ha dimostrato che, pur con investimenti iniziali non trascurabili, l’introduzione della tecnologia nella gestione nutrizionale del vigneto può portare a una maggiore sostenibilità, resa ottimizzata e qualità migliorata del prodotto finale, elementi sempre più richiesti in un mondo del vino in costante evoluzione.

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