Fragore: da Donnafugata il vino icona dell'Etna
Si chiama Fragore, Etna Rosso Doc della contrada Montelaguardia, ed è il nuovo vino icona dell'Etna realizzato dai Rallo di Donnafugata. Nella vendemmia 2016 Fragore ha selezionato le migliori parcelle di Nerello Mascalese per creare un cru di spessore.
I grappoli vengono dai vigneti di Donnafugata a Montelaguardia, vicino a Randazzo: poco più di 4 ettari, a 750 metri sul livello del mare ma in un'area più secca rispetto agli altri versanti del vulcano, il che porta a un'uva più sana. In questa contrada la composizione del terreno è il frutto delle colate laviche avvenute tra il ‘500 e il ‘600. Questi terreni, il loro microclima e vigne storiche - anche di 70 e più anni - rendono irripetibili le caratteristiche dell'uva. Da un lato il vulcano, dall'altra i monti Nebrodi che fanno da barriera alle correnti in arrivo da nord, creando un ambiente caratterizzato da precipitazioni inferiori rispetto agli altri versanti del vulcano.
Fragore è stato affinato per 14 mesi in rovere francese (barrique di secondo e terzo passaggio) e poi almeno 10 mesi in bottiglia prima di essere commercializzato. Sono state prodotte poco più di 15mila bottiglie.
Speciale così come le altre produzioni di Donnafugata anche per la sua etichetta, disegnata da Stefano Vitale i cui disegni e le cui illustrazioni originali sono stati riuniti in una mostra recentemente conclusasi a Villa Necchi Campigli a Milano.
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Fragore è destinato a diventare una delle etichette di punta dell'azienda, tre sedi di produzione storiche a Marsala, Contessa Entellina e Pantelleria, oltre 400 ettari in produzione - accanto al solenne rosso Mille e una Notte e al passito pantesco Ben Rye. Dal color rosso rubino chiaro, Fragore presenta un bouquet ampio e profondo con sentori speziati (tabacco dolce e noce moscata) e floreali (viola) seguiti da note di frutti di bosco (ribes) che si fondono con sfumature balsamiche e minerali (pietra focaia). Al palato offre una straordinaria complessità ed eleganza caratterizzata da spiccata mineralità e tannini importanti. Il finale è di notevole persistenza. A tavola ben si sposa con legumi, funghi e carni saporite. Da provare con il tacchino o con le costolette al barbecue; tra i piatti della cucina asiatica, si abbina molto bene con l’anatra alla pechinese e con gli stufati di manzo e maiale.
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