Il Prosecco cresce all’estero e nell’enoturismo
Il Prosecco Docg di Conegliano Valdobbiadene fa grandi numeri secondo il Rapporto annuale 2018 che parla di un mondo che cresce per fatturato, per volumi, per aziende, per esportazioni, per forza lavoro, per assunzioni. Il rapporto è stato presentato a Pieve di Soligo ed è stato curato dal Centro studi del distretto in collaborazione con il Centro interdipartimentale per la ricerca viticola ed enologica (Cirve) dell'Università di Padova e dal Centro di studi sull'economia turistica (Ciset) dell'Università di Venezia.
Il campione di aziende intervistate per l'indagine è di 163 unità, quasi il 90% del totale. La produzione 2017 ha toccato i 91,4 milioni di bottiglie (+1% sull'anno precedente). Considerando un prezzo medio di 5,5 euro a bottiglia, il valore complessivo è stato di poco più di mezzo miliardo di euro (+2%). Il 41% è stato venduto a clienti internazionali, con i francesi in prima fila come acquirenti, poi inglesi e svizzeri, per un totale di sei bottiglie acquistate su dieci prodotte, a testimonianza di un consorzio che si rivolge sempre più all'estero.
Per quanto riguarda il territorio nazionale, l'area dei consumi maggiormente interessata dal Prosecco Docg è il Nordest italiano, con il 38,9%, subito seguita dal Nordovest (35%). Poi Centro Italia (16,7%), Sud e Isole (9,4%). Quest'ultima area fa segnare un +8% rispetto allo scorso anno. Crescono anche il Centro (+7,6%) e, più tiepidamente, l'Italia Nordoccidentale (+1,6%). Ad Oriente, invece, il fatturato accusa una contrazione di due punti. Il Prosecco si vende principalmente attraverso le centrali di acquisto (37,2%) davanti al settore Horeca (30,5%). Per quanto riguarda il Web, delle aziende intervistate 35 hanno canali di vendita attraverso Internet con 180mila bottiglie vendute in questo modo: il 25% in più rispetto al 2016. Ma è altrettanto importante nella crescita del prodotto anche l'enoturismo. Nei 15 comuni della Docg nel 2017 sono arrivati 150mila visitatori (+10,6%), di cui 65mila stranieri, per 350mila notti trascorse in alberghi e B&B (+18,1%). L'area, dunque, è responsabile del 17,5% degli arrivi complessivi e del 15,3% delle presenze registrati in provincia di Treviso.
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