Il test sul riso carnaroli Altroconsumo boccia tre prodotti
Un’indagine Altroconsumo sul riso carnaroli rileva he la maggior parte dei campioni presenta un livello di cadmio vicino al limite consentito dalla legge
Da un'indagine condotta da Altroconsumo su 20 marche di riso carnaroli, emerge un quadro preoccupante: la maggior parte dei campioni analizzati presenta livelli di cadmio che si avvicinano al limite consentito dalla normativa vigente. Ancor più allarmante è il fatto che tre prodotti in particolare - Conad, Pam e Mondella-MD - superano addirittura il limite precauzionale stabilito per tutelare i consumatori. Questi risultati hanno portato Altroconsumo a segnalare tali prodotti al Ministero della Salute, evidenziando la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza dei consumatori.
Il riso è uno dei cibi più problematici per quanto riguarda l’accumulo di metalli pesanti come cadmio e arsenico, che i consumatori rischiano di ritrovare nel proprio piatto. Il loro accumulo nel lungo tempo può determinare effetti dannosi per la salute umana. Infatti, un'esposizione al cadmio prolungata e in quantità anche residuali tramite cibi e acqua è associata ad effetti di tossicità soprattutto a livello renale (associazione non significa comunque che vi sia un rapporto di causa-effetto). Variare il più possibile la propria alimentazione ed includere il maggior numero di cibi nella propria dieta permette di cogliere i benefici di ogni alimento e accumulare il meno possibile di ciò che contengono di non salutare, tra cui i metalli pesanti.
Inoltre, l’indagine si è focalizzata sull’individuazione di altri inquinanti potenzialmente pericolosi come i residui di pesticidi, che hanno prodotto una valutazione insufficiente per alcune marche. Ma sono necessari ulteriori studi e risposte certe dagli esperti, in quanto in alcuni casi sono state rilevate sostanze con un profilo di rischio incerto, così da migliorare e rendere più sicuri i processi di produzione alimentare.
Il test per giudicarne la qualità ha visto sottoposti i prodotti a diverse prove di laboratorio. I parametri analizzati sono stati: il peso netto e la sostenibilità ambientale dell’imballaggio; l’umidità (parametro legato alla durata di conservazione); si è verificato che la varietà del riso fosse effettivamente quella dichiarata; è stato ricercato l’arsenico, la presenza dei difetti più comuni previsti dalla legge che possono pregiudicare la qualità del prodotto (chicchi spezzati, rovinati...) ed altri inquinanti pericolosi come le micotossine, ed è stato verificato il tipo e quantità di residui di pesticidi presenti nei chicchi.
I prezzi dei prodotti sono stati rilevati a novembre 2023. Inoltre, su tutti i prodotti sono state effettuate prove di cottura e assaggio da parte di due chef.
In termini di qualità globale, le marche che hanno riportato una qualità ottima sono: Le Stagioni d’Italia Carnaroli (80/100) che ottiene il titolo di Migliore del Test e Miglior Acquisto, Riso del Vo Carnaroli Classico (80/100) sempre come Migliore del Test e Miglior Acquisto, Riso Almo Carnaroli che si aggiudica il titolo di Miglior Acquisto (78/100) e Riserva Gallo (76/100). Coop Riso Carnaroli riporta un giudizio di qualità buona, e guadagna il titolo di Miglior Acquisto.
Nota metodologica
I prodotti sono stati acquistati a luglio 2023 e analizzati tra il mese di agosto e quello di novembre 2023. I prezzi sono stati rilevati a novembre 2023.
Altroconsumo ha tenuto conto dei marchi maggiormente venduti, cercando di coprire il più possibile in maniera trasversale le diverse fasce di prezzo e i marchi propri della grande distribuzione.
Le prove di cottura e assaggio degli chef pesano per il 40 per cento sul giudizio globale. L’altro 40% è dato dalle prove di laboratorio, che comprendono la valutazione della verifica della varietà dichiarata, la presenza di metalli pesanti (cadmio e arsenico), difetti, umidità, micotossine e pesticidi. Nel caso della determinazione del cadmio, la valutazione tiene conto dell’incertezza della misura. Il giudizio negativo per la presenza di cadmio vincola il giudizio complessivo sul prodotto. La valutazione dell’etichetta ha un peso pari al 10% sul totale, così come la valutazione dell’imballaggio. Per quanto riguarda la prova di cottura e assaggio, è stata effettuata da due chef. Per quest’ultima prova sono stati utilizzati esclusivamente prodotti in forma anonima, senza che fosse in alcun modo possibile risalire alla marca del prodotto testato.
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