Le prospettive future nel mondo del foodservice: la parola ai professionisti

Dal Sigep uno sguardo sul futuro del foodservice, dal mondo del caffè ai cambiamenti climatici, passando per le novità normative della panificazione.

24 Gen 2024 - 12:54
Le prospettive future nel mondo del foodservice: la parola ai professionisti

Dalla piazza del Sigep uno sguardo sul futuro del foodservice, dal mondo del caffè ai cambiamenti climatici, passando per le novità normative della panificazione.

LE PROSPETTIVE FUTURE NEL MONDO DEL CAFFÈ

Nella Vision Plaza (Innovation District Hall Sud) del Sigep di IEG, Comunicaffè ha organizzato il talk Il futuro del caffè: che cosa può cambiare da adesso, i cui relatori sono stati Michele Cannone (Lavazza global brand director away from home presso Lavazza Group), Davide Cobelli (SCA Italy national coordinator), Alessandro Galtieri (campione di caffetteria, barista, giudice e trainer autorizzato Sca), Maurizio Giuli (executive for corporate strategy Simonelli Group e vice presidente Ucimac – Associazione costruttori italiani macchine per l’espresso), Alessandro Mazzocco (general manager Ofi Olam Food Ingredients), Sara Mason (head of sustainability engagement – coffee di Ofi) e Tommaso Nastasi (senior partner - Deloitte value creation service leader). L’industria del caffè oggi vale globalmente circa 100 miliardi: un mercato solido cresciuto del 5% a valore e del 2% a consumi. L’Europa fa tutt’ora la parte del leone, con una quota di circa il 40% del totale, ma è anche il mercato che sta crescendo meno a fronte dei rampanti Asia e Medio Oriente. Le prospettive per il futuro sono molto positive: per i prossimi 5 anni, infatti, la crescita è stimata a circa +7-8%. Tuttavia, non mancano le nubi all’orizzonte: fra queste, oltre alle diversificazioni delle modalità di consumo, si pone la questione della sostenibilità. Il caffè è infatti una delle coltivazioni più vulnerabili al cambiamento climatico ed è una delle sette materie prime chiamate in causa dal nuovo regolamento EUDR, che vieta l’importazione e l’esportazione nell’Ue di prodotti che abbiano causato la deforestazione o il degrado delle foreste dopo il 2020. Il futuro del settore passa dunque dalla figura di un consumatore sempre più evoluto, che cerca lo specialty coffee privilegiando luoghi più legati alla socializzazione e all’esperienza che a occasioni funzionali, e premiando le imprese che avranno fatto maggiori investimenti sulla sostenibilità ambientale ed economica, per consentire la giusta retribuzione della filiera.

INFLAZIONE CLIMATICA: QUALE FUTURO CI ATTENDE?

Ieri, lunedì 22 gennaio, a Sigep presso la Choco Arena (padiglione B1) si è svolta la conferenza Inflazione climatica: quale futuro ci attende? Francesca Petrini (presidente di CNA Agroalimentare), Fabio Del Bravo (direttore dei Servizi sviluppo rurale di Ismea), Luca Mercalli (meteorologo e divulgatore scientifico) e Serena Giacomin (meteorologa e presidente di Italian Climate Network) hanno dibattuto sul tema reso sempre più scottante dai conflitti internazionali, dalla recente pandemia, dalla crisi finanziaria e, soprattutto, dal cambiamento climatico. Lo scenario è quello dell’incertezza diventata nuova normalità. Secondo dati Eurostat, infatti, il costo annuale del cambiamento climatico ammonta in Europa a 36 miliardi di euro. Nella sola Italia, che è considerata un hotspot climatico (ovvero un Paese che si sta riscaldando più rapidamente di altri, registrando variazioni importanti in temperature e precipitazioni), si pagano ogni anno circa 5 miliardi di euro di danni. Tutto ciò non può che riverberarsi nella filiera alimentare, che secondo l’indice IPCA nel 2023 ha registrato un’inflazione di ben +10,2%, pur senza subire fenomeni speculativi di rilievo. Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura hanno un impatto sia sul fronte dell’offerta (con riduzioni o perdite dei raccolti, aumento dei costi, diffusione di malattie e parassiti nuovi, calo della qualità), sia su quello della domanda (secondo stime di organizzazioni come la Fao, si verificano boom di richieste di prodotti alimentari proprio in quelle zone in cui l’aumento dei prezzi li rende inaccessibili). La conclusione su cui concordano i relatori è che laddove restano fondamentali politiche di mitigazione del cambiamento climatico, che tuttavia per essere efficaci devono vedere il coinvolgimento di tutti i paesi del mondo nella riduzione dei gas serra, per l’Italia è essenziale investire su strategie di adattamento, che sono adottabili a livello di comunità, di imprese e di singoli individui.

PANIFICAZIONE E LEGGI: FACCIAMO IL PUNTO

Oggi a Sigep è stato affrontato il tema della Panificazione in un confronto che ha messo in luce gli aspetti relativi alla legislazione comunitaria e nazionale nel settore. Protagonisti del convegno dal titolo Normative sulla panificazione: lo sviluppo storico e la situazione attuale delle normative nazionali e comunitarie della panificazione sono stati Giancarlo Ceccolini, Presidente di FIPPA-Federazione Italiana Panificatori, pasticceri e affini, Edvino Jerian,  delegato della Confédération Européenne de la boulangerie-pâtisserie (CEBP), Günter Kofler, Presidente onorario di Unione Internazionale Panificazione e Pasticceria (UIBC), Eduardo Villar, Presidente del Panificatori spagnoli e Vicepresidente di UIBC, Josè Maria Fernandez del Vallado, Segretario generale di entrambe le organizzazioni. Nel corso del talk è stata affrontata l’importanza dell’evoluzione normativa nella Panificazione, in funzione dell’incidenza sull’organizzazione del lavoro dei fornai. La legislazione di questi anni ha inciso sulla vita dei fornai e avrà sicuramente dei riflessi nel futuro prossimo sulla qualità del loro lavoro. È necessario che la connessione fra leggi nazionali ed europee sia coerente poiché le ricadute legislative sono fondamentali sul proficuo sviluppo delle attività di panificazione. È in corso un’evoluzione che punta soprattutto alla tutela del consumatore. Nel corso del dibattito si è fatto riferimento alla nuova legge quadro portata in Parlamento e oggi nelle mani della Commissione delle attività economiche del Senato; il quadro normativo ridefinisce il lavoro del fornaio in un’ottica di tutela del consumatore che passa attraverso un’informazione corretta e puntuale.

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