Maxisequestro di vino contraffatto nel Foggiano: scatta l’allarme sulla filiera

Nel foggiano maxisequestro di 12mila ettolitri di vino contraffatto, allarme sulla filiera che mette a rischio produttori, consumatori e Made in Italy

23 Sett 2025 - 14:26
Maxisequestro di vino contraffatto nel Foggiano: scatta l’allarme sulla filiera

VINI E DINTORNI - Un nuovo colpo alla contraffazione del vino arriva dalla provincia di Foggia, dove la Guardia di Finanza e l’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari hanno posto sotto sequesto oltre 12mila ettolitri di vino rosso privo di tracciabilità, pari a più di 1,6 milioni di bottiglie potenziali. Il valore stimato supera i 4,3 milioni di euro, rendendo l’operazione una delle più rilevanti degli ultimi mesi nel settore vitivinicolo.

L’indagine, scattata dopo una segnalazione del Nucleo Speciale Antitrust, ha rivelato giacenze irregolari in magazzino e presunte pratiche commerciali sleali ai danni dei produttori locali, un fenomeno che mina la fiducia dei consumatori e danneggia l’intero comparto.

Una minaccia per produttori e consumatori

La vicenda foggiana non è un caso isolato, già nelle scorse settimane in Puglia era emerso un maxisequestro di falso Primitivo, segno di un fenomeno che si ripete con preoccupante frequenza. La Coldiretti ha ribadito la necessità di applicare pienamente il decreto contro le pratiche sleali, ricordando che gli agricoltori restano la parte più penalizzata della filiera: su 100 euro spesi dal consumatore, meno di 20 finiscono nelle tasche di chi produce.

I numeri della contraffazione in Europa

Secondo uno studio dell’EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale), il settore del vino sarebbe tra i più colpiti dalla contraffazione. In Italia le perdite annuali supererebbero i 302 milioni di euro, con la scomparsa di circa 648 posti di lavoro. Su scala europea, i danni raggiungerebbero 2,3 miliardi di euro e oltre 5.700 posti persi, a cui si aggiungerebbe un mancato gettito fiscale superiore ai 2 miliardi di euro.

Questi numeri riflettono non solo un impatto economico, ma anche un rischio concreto per la salute dei consumatori con bottiglie falsificate che vengono spesso ottenute con etichette contraffatte, contenitori riciclati e addirittura sostanze tossiche utilizzate per simulare colore e sapore.

Il ruolo del commercio online e i vini più colpiti

Le piattaforme di e-commerce hanno aperto nuove vie ai contraffattori, rendendo più difficile per i consumatori distinguere il prodotto autentico dal falso. Etichette imperfette, errori grafici o il riutilizzo di bottiglie originali sono tra i segnali più frequenti.

Secondo i dati diffusi da Catawiki nella Giornata Mondiale contro la Contraffazione, nel 2024 i lotti di vini bloccati per sospetta falsificazione sarebbero aumentati del 28%. I bersagli principali sarebbero le etichette di maggior pregio, Borgogna, Bordeaux, Champagne, Rioja, Ribera del Duero, Napa Valley e Toscana, dove bottiglie dal valore superiore ai 200 euro risulterebbero particolarmente esposte alle frodi.

Un fenomeno globale da arginare con tecnologia e cultura

L’ultima operazione Opson, coordinata da Europol e Interpol, ha portato al sequestro di 22mila tonnellate di alimenti e 850mila litri di bevande contraffatte, per un valore complessivo di 91 milioni di euro. Alcuni di questi prodotti contenevano sostanze vietate come metanolo, mercurio e pesticidi, confermando i rischi sanitari legati alla contraffazione alimentare.

Per combattere il fenomeno, l’EUIPO ha messo a punto una guida con oltre 40 tecnologie anticontraffazione, tra cui QR code, ologrammi e blockchain. Tuttavia, gli esperti avvertono che la tecnologia da sola non basta: serve anche un cambio culturale, che valorizzi il cibo autentico e la trasparenza delle filiere.

La sfida del futuro

La lotta alla contraffazione del vino non riguarda solo il mercato, ma l’identità stessa delle produzioni europee. Con oltre 3.600 Indicazioni Geografiche registrate, di cui il vino rappresenta più della metà, la credibilità del Made in Italy e dell’intero patrimonio agroalimentare europeo passa dalla capacità di difendere la qualità dalle frodi. La sfida richiede un’azione corale tra istituzioni, aziende e cittadini, affinché ogni calice possa raccontare la verità del territorio da cui proviene, senza inganni né rischi per la salute.

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