Noam: la birra con un centimetro in più che conquista i 50 Best Bars

Andrea Villa racconta Noam: birra di design tedesca con bottiglia da 34 cl partner dei 50 Best Bars e obiettivo espansione mondiale entro il 2028

23 Ottobre 2025 - 11:51
Noam: la birra con un centimetro in più che conquista i 50 Best Bars

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Siamo all’Ozone Bar, al 118° piano del Ritz‑Carlton di Hong Kong, nel rooftop bar più alto della città e tra i più alti del pianeta. Qui si celebra il closing party dei 50 Best Bars 2025 — e tra una stretta di mano e l’altra, si beve la birra Noam. L’avevo assaggiata a Milano al Dry, in occasione di una guest patrocinata dal brand. E quando mi presentano Andrea Villa, Commercial Director di Noam GMBH, decido di saperne di più.

Vista dall'Ozone Bar

Una bottiglia diversa. E un centimetro in più

Noam nasce nel 2015, ma non è una birra che segue le mode. È una birra che vuole essere di design senza perdere sostanza. La bottiglia — 34 cl, un centimetro cubico più del classico — racconta già tutto: “Un errore diventato firma”, spiega Villa. “Il collo era troppo alto per i 33 cl classici. Il fondatore lo ha visto come un segno distintivo. E così, invece di modificarlo, ha aggiunto un cl. Quel piccolo gesto è diventato identità”.

Dalla Germania al mondo, passando per l’Asia

Noam è tedesca di produzione, ma ha un’anima cosmopolita. "È pensata per i palati che cercano bellezza oltre al gusto. E ora guarda sempre più lontano: l’obiettivo è ambizioso — diventare un brand globale entro il 2028", spiega Villa. Un passo alla volta, un mercato alla volta.

“L’America è il prossimo grande passo”, racconta Villa. “Ma servono le condizioni giuste: un distributore che creda davvero nel prodotto, che non ci metta in un catalogo affollato, ma che ci dia il nostro spazio”.

“Meglio essere unici che uno dei tanti”

Nel mondo della distribuzione, Noam ha una filosofia precisa. “Scegliere il partner giusto è tutto”, dice Villa con sguardo sicuro. “Non serve che sia il più grande. Serve che sia il più adatto a te. La regola? Mai affidarsi a chi ha già cinque o sei prodotti simili. Rischi di diventare invisibile. Noi vogliamo essere la birra del distributore, non una birra tra le tante”.

50 Best: non una vetrina, ma una maratona

La collaborazione con The World’s 50 Best è solo un tassello di una strategia più ampia. L’accordo con Noam è triennale e copre Asia, Europa e il circuito globale. Ma Villa è chiaro: “Tre anni sono il minimo. Il primo lo usi per capire le dinamiche. Il secondo per lavorare sul serio. Il terzo per consolidare. Ma se vuoi giocare in Formula 1, devi esserci a lungo”.

 Niente marketplace, solo narrazione

Nel mondo della birra premium, difendere il valore è una battaglia quotidiana. “Evitiamo i marketplace perché non vogliamo finire in guerre di prezzo. Vendiamo solo tramite il nostro e-commerce, così possiamo controllare il messaggio e l’esperienza d’acquisto” spiega Villa.

L’approccio è lo stesso anche sui social: Instagram è il canale principale, curato come una galleria fotografica di lifestyle. “Non parliamo solo di birra. Parliamo del mondo che le gira intorno. Dei luoghi, delle persone, degli attimi”.

Una piccola azienda con visione globale

Nonostante l’eco internazionale, Noam resta una struttura compatta. Il birrificio è nuovo, moderno, con capacità produttiva fino a 2 milioni di bottiglie in due settimane e un team snello. “Siamo pochi, ma con idee molto chiare. La responsabile marketing è la moglie del fondatore. Abbiamo una piccola agenzia, ma la direzione resta familiare”.

Verso l’analcolico, senza compromessi

In cantiere c’è anche una versione analcolica della birra. Ma non arriverà finché non sarà perfetta. “Non possiamo permetterci un prodotto che non sia coerente. La nostra birra non è solo gusto, è anche identità. Se l’analcolica non rispetta entrambi, non ci interessa farla tanto per fareNel frattempo, le collaborazioni con il design e la moda continuano: Wallpaper Magazine, Fashion Week, club esclusivi.

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