Report Divinea 2024: come sta cambiando l’enoturismo italiano

Secondo il Rapporto Divinea 2024 l’enoturismo italiano sta evolvendo all’insegna di destagionalizzazione, servizi personalizzati e digitalizzazione

5 Apr 2024 - 12:40
Report Divinea 2024: come sta cambiando l’enoturismo italiano

Il 2023 per l’enoturismo italiano può essere letto come momento di cambiamenti importanti, tesi ad accogliere le esigenze del mercato emerse nel corso degli anni precedenti, un’evoluzione resa possibile da un confronto sempre più serrato con visitatori sì entusiasti ma anche desiderosi di vivere esperienze più significative e continuative. 

Destagionalizzazione, servizi più aderenti alle istanze del pubblico, nuove attività ed eventi ad arricchire l’offerta, accelerazione nel processo di digitalizzazione sono solo alcuni degli aspetti messi in luce dal “Report Enoturismo e Vendite Direct-to-Consumer 2024” realizzato dall’impresa tecnologica Divinea elaborando i dati delle 350 cantine che utilizzano il Software CRM e marketing Wine Suite unitamente a quelli del portale divinea.com.

Secondo l’indagine le cantine italiane avrebbero iniziato a costruire un ventaglio di soluzioni in termini esperienziali che andrebbero al di là delle classiche degustazioni per poter coprire le diverse stagioni con alternative all’aria aperta tipiche del periodo primaverile ed estivo, ma anche tali da poter trascorrere una giornata in cantina nei mesi più freddi. A conferma di questo vi è il fatto che nel corso del 2023 le aziende vitivinicole avrebbero mediamente proposto 6 diverse esperienze o eventi (erano 4,7 le proposte enoturistiche in media durante il 2022). 

In linea con questo approccio di apertura rispetto alle richieste emergenti sarebbe stata rilevata anche la maggiore disponibilità ad accogliere visitatori nel fine settimana. In particolar modo salirebbero al 78,1% le aziende visitabili di sabato, ovvero quasi +30% rispetto al 60,3% dell’anno precedente mentre il 54,2% delle cantine si sarebbe attrezzato per accogliere visitatori anche la domenica. 

Tra i nuovi servizi messi a disposizione rilevante sarebbe la diffusione dell’offerta di Wi-Fi per gli ospiti che non solo favorirebbe la condivisione di contenuti sui social media, ma rappresenterebbe anche un’occasione per acquisire dati degli utenti attraverso opportune tecnologie di data capture.

Questa maggiore flessibilità nello strutturare l’offerta sia in termini di contenuti che di profilo stagionale troverebbe riscontro nei dati di affluenza presso le cantine: tra marzo, aprile, novembre e dicembre del 2023 si sarebbero registrate più del 25% del totale delle visite (+4% rispetto al 21% dello scorso anno), un risultato considerevole se si pensa che l’enoturismo storicamente si è sempre focalizzato nei mesi che vanno da maggio ad ottobre.

Altro dato interessante riguarda l’attrattività dell’enoturismo nei confronti dei giovani: il 43,8% di chi ha prenotato un’esperienza in cantina nel 2023 avrebbe tra i 25 e i 34 anni, a seguire la fascia 35-44 e 45-54 rispettivamente con il 23,1% e 15,3%. Il dato è significativo e si inserisce nel dibattito su quali possano essere le opportunità per avvicinare un segmento meno presente sul fronte dei consumi ma che se ben veicolato potrebbe invece accrescere il suo interesse anche in tal senso. 

La conclusione del rapporto riguarda l’importanza della consapevolezza di quanto questo canale possa rappresentare una leva economica per la maggior parte delle cantine a condizione che il momento della visita venga interpretato nella pienezza del suo potenziale, cioè guardando anche alla opportunità di creare e rafforzare legami duraturi con il visitatore.   
 
I dati raccolti ed elaborati da Divinea evidenziano come avendo un approccio strategico all’enoturismo si possa ottenere non solo una crescita significativa delle vendite dirette, ma anche un incremento dei margini di vendita delle cantine: il 76,5% di visitatori effettuerebbe infatti acquisti dopo un'esperienza (contro il 73,8% dell'anno precedente). Inoltre, lo scontrino medio di un ordine effettuato nel punto vendita in azienda sarebbe di 140 euro, in crescita del 19% rispetto al 2022.

 Le vendite online non sarebbero da meno, segnalando un incremento del 30% nel valore medio degli ordini e-Commerce, che salirebbero da 141 euro del 2022 a 184 euro del 2023.

Un aspetto fondamentale per il successo delle strategie Direct to Consumer sarebbe quindi l'adozione di un CRM professionale, che permetterebbe di raccogliere e analizzare i dati dei visitatori per personalizzare le offerte e aumentare la fedeltà del cliente. 

Anche su questo fronte si riscontrerebbero miglioramenti: crescerebbe infatti il numero di contatti e la qualità delle informazioni raccolte. Al di là di nome, cognome ed email che verrebbero registrati come obbligatori, la lingua, il telefono e il paese di provenienza sarebbero i dati maggiormente presenti con il 61%, 42% e 39% di campi completi all’interno dei contatti presenti nei CRM delle cantine italiane.

Per la profilazione risulterebbe essenziale l’utilizzo dei tag, almeno uno ne verrebbe assegnato al 92,5% dei contatti delle aziende vitivinicole, utile per conoscere meglio i clienti e soprattutto per pianificareattività di marketing mirate. I tag possono essere ricondotti alle caratteristiche personali del contatto come “sommelier”, “millenial” o “influencer”, alla lingua di provenienza, o cosa più rilevante all’appartenenza al wine club della cantina. 

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