Scelte alimentari e longevità: gli ultimi dati dell'Osservatorio Nestlé ''L'Età senza Età''
Sono nettamente cambiate le abitudini alimentari: si mangia di meno e con una maggiore qualità. Sono soprattutto i 65+ a mangiare in modo meno elaborato
INDAGINI E RICERCHE - Le nostre scelte quotidiane, che spaziano dall’alimentazione all’attività fisica, dalla qualità del sonno alla salute mentale, sono determinanti per la nostra longevità. Ma se, oltre a vivere più a lungo, potessimo migliorare anche la qualità della nostra vita? Questo interrogativo è al centro dell'ultima edizione dell'Osservatorio Nestlé, L'Età senza Età, che promuove l’importanza di uno stile di vita sano e di abitudini alimentari orientate a una longevità attiva e soddisfacente.
L'indagine, che coinvolge quattro generazioni, esplora come giovani, adulti e anziani possano perseguire insieme il benessere fisico e mentale, evolvendo da una società della vecchiaia a una della longevità. Come confermato da precedenti studi, le emozioni influenzano le nostre scelte alimentari e, a loro volta, il cibo può nutrire corpo e spirito, creando un circolo virtuoso che arricchisce la nostra salute e il nostro benessere.
In Italia, la percezione dell'età è più giovane rispetto a quella anagrafica: il 51% degli italiani si sente più giovane di quanto non sia. Un dato che aumenta nelle fasce 55-64 anni (58%) e 65+ (69%), a testimonianza del desiderio di vitalità mentale. Tuttavia, l'efficienza fisica è percepita in modo diverso, con solo il 40% dei 55-64enni che si sente fisicamente più giovane. Per molti, la "vecchiaia" inizia quando si smettono di fare progetti. La preoccupazione per l’invecchiamento riguarda tutti, ma cambia in base all’età: per i più giovani (18-34 anni), l'aspetto fisico è il tema centrale, mentre per chi è più maturo (35+), il mantenimento della forza fisica e la salute mentale diventano le principali preoccupazioni.
L'alimentazione è, per fortuna, associata al piacere per tutte le fasce d'età, ma solo il 20% della popolazione italiana considera il nutrimento un modo per vivere più a lungo. Tra i 18-34 anni, la fascia di età che può ancora permettersi di ‘sgarrare’ e pasteggiare a patatine e junk food senza sensi di colpa, c’è una percezione maggiore di felicità associata al cibo (oltre il 25%).
Circa il 60% dei 55-64enni e 65+ ha ridotto la quantità di cibo consumata e oltre la metà afferma di aver migliorato la qualità e la leggerezza della propria alimentazione riflettendo una crescente attenzione verso un’alimentazione più leggera e sana. Inoltre, 1 italiano su 3 ha aumentato il consumo di integratori e frutta secca negli ultimi anni.
Secondo Giuseppe Fatati, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nestlé, l’aumento del consumo di frutta, verdura e legumi e la diminuzione della carne, in particolare tra gli over 55, segnano un passo verso abitudini alimentari più sane. Tuttavia, il consumo ridotto di cibo negli anziani solleva alcune preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda l’apporto calorico e nutrizionale.
La longevità, di fatto, non è solo una questione genetica, ma dipende dalle abitudini quotidiane, in particolare dalla dieta. Educare la popolazione su questi temi è fondamentale per garantire un invecchiamento in salute. Nestlé, attraverso l’Osservatorio L'Età senza Età, si impegna a promuovere l'importanza di un’alimentazione equilibrata, che risponda ai bisogni delle diverse fasi della vita e invita a considerare la longevità come una risorsa da coltivare in modo consapevole.
Nestlé si conferma un punto di riferimento per un futuro in cui l’alimentazione e uno stile di vita sano siano al centro della qualità della vita. L'Osservatorio continuerà ad approfondire il legame tra alimentazione, salute e longevità, collaborando con esperti e ricercatori per migliorare il benessere di tutti.
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