Unione Italiana Food contro i dazi USA: a rischio 700 milioni di export

Unione Italiana Food denuncia dazi USA al 107% su pasta. A rischio 700 milioni di export e un intero settore.

9 Ottobre 2025 - 11:25
Unione Italiana Food contro i dazi USA: a rischio 700 milioni di export

ATTUALITÀ - Come avevamo già spiegato in alcuni articoli degli scorsi giorni, il settore della pasta italiana è sotto pressione negli Stati Uniti. Il Dipartimento del Commercio americano ha mosso accuse di dumping ad alcune aziende italiane, imponendo dazi del 91,74% che si sommano al 15% già esistente, portando l'aliquota complessiva a quasi il 107%. Un livello che rischia di rendere impraticabile l'accesso al mercato statunitense per la maggior parte dei marchi italiani.

Si tratta di procedure investigative non inedite: ogni anno alcune imprese concorrenti negli Stati Uniti richiedono questo tipo di indagini, che prendono a campione due aziende italiane. Il nuovo dazio potrebbe entrare in vigore da gennaio 2026.

Di fronte a questa minaccia, il Governo italiano e la Commissione Europea hanno preso posizione ufficialmente. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l'Ambasciata italiana a Washington e le istituzioni europee hanno formalmente contestato la metodologia adottata dalle autorità statunitensi, ritenendo sproporzionati strumenti come l'utilizzo di adverse facts available e l'estensione automatica dei dazi alla cosiddetta "all others range", considerati non conformi alle regole internazionali.

«Ringraziamo il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l'Ambasciata italiana a Washington e la Commissione Europea per il sostegno e la solidarietà che stanno manifestando, contestando la metodologia adottata dalle autorità statunitensi. Come si è già detto in questi giorni, riteniamo che il provvedimento sia di misura sproporzionata e disancorato da valutazioni tecniche, con un conseguente impatto economico e reputazionale rilevante, dal momento che il mercato statunitense rappresenta circa il 10% delle esportazioni totali di pasta, per un valore prossimo ai 700 milioni di euro. Un meccanismo che rischia di travolgere l'intero settore con un impatto devastante per imprese, agricoltori, lavoratori e consumatori. Un intervento istituzionale incisivo è assolutamente necessario per difendere un mercato che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy, senza tuttavia minacciare misure ritorsive». Questo il commento di Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai di Unione Italiana Food, la primaria associazione in Italia per rappresentanza diretta di categorie merceologiche alimentari e tra le prime in Europa che, con i suoi pastifici associati, copre oltre il 75% di tutta la produzione di pasta italiana.

La Commissione Europea, attraverso Maroš Šefčovič, commissario Ue per il Commercio, ha contestato le risultanze della review, sottolineandone i vizi procedurali e la sproporzionalità delle misure adottate. Contestualmente, è stato attivato un meccanismo di monitoraggio congiunto UE-Stati membri per raccogliere le segnalazioni del mondo produttivo.

Anche l'Ambasciata italiana a Washington ha confermato il costante monitoraggio della procedura e l'impegno nel sostenere le aziende coinvolte, nonostante le difficoltà di interlocuzione dovute allo shutdown negli Stati Uniti.

Il provvedimento americano arriva a pochi giorni dal World Pasta Day (25 ottobre), la giornata mondiale ideata da Unione Italiana Food in collaborazione con International Pasta Organisation (IPO) per celebrare la pasta come simbolo della cultura italiana ed eccellenza di Made in Italy nel mondo. Per questa edizione, il 21 ottobre si terrà una presentazione alla presenza di Alfonso Urso (Ministro delle Imprese e del Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), Paolo Barilla (Presidente di Unione Italiana Food) e Margherita Mastromauro (Presidente dei pastai di Unione Italiana Food).

Il mercato statunitense vale circa il 10% delle esportazioni totali di pasta italiana, per un valore vicino ai 700 milioni di euro. Un impatto economico e reputazionale che potrebbe travolgere l'intero settore, colpendo imprese, agricoltori, lavoratori e consumatori. La richiesta è unanime: serve un intervento istituzionale deciso per proteggere una delle eccellenze del Made in Italy, senza però ricorrere a misure ritorsive.

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