Alla scoperta del Jungle Bird: storia, ricetta e… musica tropicale

Il Jungle Bird è l’unico cocktail tiki ufficiale con il bitter Campari. Nato in Malesia – lontano dai Caraibi e dal mito americano della mixology 

26 Sett 2025 - 14:47
Alla scoperta del Jungle Bird: storia, ricetta e… musica tropicale

BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Tra i drink entrati nella codifica ufficiale dell’International Bartenders Association (IBA) lo scorso anno, in occasione dell’ultima revisione della lista, il Jungle Bird è sicuramente uno dei più particolari. Drink esotico, ma con un tocco italiano,  è riuscito a conquistare il mondo… e il ricettario ufficiale IBA.

È un cocktail tiki, ma nato in Malesia (dove è considerato il drink nazionale), ben lontano dai Caraibi (e dagli Stati Uniti, dove questo stile di miscelazione è nato negli anni ’30). E soprattutto è un cocktail tiki che, accanto a rum giamaicano, succo d’ananas, lime e zucchero, prevede l’italianissimo bitter Campari, non certo un ingrediente abituale per questa categoria di drink.

E poi quel nome, “uccello della giungla”…

Scopriamo allora storia e curiosità su questo drink sorprendente, che continua a guadagnare fama a livello mondiale, sulla scia della riscoperta della cultura tiki.

La storia e il nome

Il Jungle Bird nasce ufficialmente il 6 luglio 1973, data di inaugurazione del Kuala Lumpur Hilton Hotel, primo albergo della capitale malese a fregiarsi delle 5 stelle. È qui che questo drink viene servito come cocktail di benvenuto ai clienti. A crearlo è Jeffrey Ong, beverage manager dell’Aviary Bar all’interno dell’hotel (morto nel 2019), su richiesta di Reinhard Steffen, direttore F&B della struttura.

A ispirarlo sono i variopinti e bellissimi uccelli che gli avventori del bar potevano ammirare – all’epoca – dalle vetrate, all’interno di una grande voliera, una delle principali attrazioni del locale. Ong ricrea le atmosfere esotiche anche attraverso l’uso di ingredienti tipici della miscelazione tiki, a cui aggiunge però una nota amaricante data dal bitter Campari. Il risultato è un drink fresco, equilibrato e di facile bevuta, in cui dolce e amaro si bilanciano armoniosamente.

Per rafforzare il richiamo esotico, Ong decide di chiamare il cocktail Jungle Bird e di servirlo in un bicchiere in porcellana colorata a forma di uccello, decorato con un’orchidea. Peccato che questi particolarissimi bicchieri spariscano a ritmi impressionanti, sottratti dai clienti come souvenir. Vengono così sostituiti poco dopo da calici più comuni, con l’immagine di un uccello incisa sul vetro.

Oltre ai bicchieri, negli anni sono spariti dall’Aviary Bar anche gli uccelli della voliera (liberati molti anni fa dal general manager dell’hotel). Resta però il Jungle Bird, da sempre specialità della casa.

Dalla Malesia al mondo

La popolarità del Jungle Bird si diffonde rapidamente all’interno della Malesia, tanto da diventarne il cocktail nazionale. Solo nel 1989 viene citato per la prima volta al di fuori del Paese asiatico, nel libro The New American Bartender’s Guide dello statunitense John J. Poister. Secondo alcune fonti, il cocktail si sarebbe fatto conoscere in America grazie al maggiordomo personale del grande pugile Muhammad Ali, tale Balachandran. Dopo averlo apprezzato durante i soggiorni all’Hilton di Kuala Lumpur del suo datore di lavoro, avrebbe iniziato a diffonderne la ricetta tra amici e conoscenti negli Stati Uniti.

Il vero boom del Jungle Bird, però, arriva con l’inizio del nuovo millennio grazie a Jeff “Beachbum” Berry, famoso storico della cultura tiki, che ne pubblica la ricetta su Intoxica! nel 2002. Qualche anno dopo, nel 2010, il noto bartender newyorkese Giuseppe Gonzales ne propone una versione rivisitata, sostituendo il rum giamaicano con il più aromatico rum blackstrap, modificando alcune proporzioni e introducendo come decorazione una fetta d’arancia, poi sostituita da uno spicchio d’ananas. È proprio questa versione che viene adottata ufficialmente dalla IBA nel suo ricettario.

La ricetta IBA del Jungle Bird

Tecnica: Shake and strain
Bicchiere: Tumbler basso

Ingredienti:

45 ml blackstrap rum

22,5 ml bitter Campari

45 ml succo di ananas

15 ml succo fresco di lime

15 ml sciroppo di zucchero Demerara

Garnish: spicchio di ananas

Le varianti

Negli anni, il Jungle Bird ha ispirato numerosi bartender a creare variazioni sul tema, giocando con diverse tipologie di rum o introducendo altri distillati come la vodka. Attenzione, però, a non alterare l’equilibrio dolce-amaro che caratterizza la ricetta originale.

Tra i suggerimenti presenti nell’ultimo ricettario IBA, si segnala la possibilità di aromatizzare il bitter (ad esempio con polline o yuzu). Un’idea interessante è anche quella di servire il drink con una soda all’eucalipto, che aggiunge una nota originale e inconfondibile.

Il Jungle Bird in musica

Forse a causa delle sue origini relativamente recenti, e dell’ancor più recente notorietà al di fuori della Malesia, il Jungle Bird non ha ancora collezionato citazioni in film, libri o canzoni famose. Tuttavia, come ogni cocktail tiki, la sua capacità di evocare atmosfere tropicali ha ispirato diverse playlist disponibili sul web.

Emblematica – e piacevole – questa, pubblicata su Spotify: “Music to drink Jungle Birds to. Vol. 1”, un mix di pop-rock psichedelico, tropical ambient e jazz-funk studiato da Tip Top Cocktails. Perfetta per accompagnare la degustazione di un Jungle Bird.

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