ANGEM. Bando mense scolastiche: Roma punta sulla qualità e non sul ribasso del prezzo
Soddisfatta ANGEM: Roma prima città che nei bandi della refezione scolastica punta sull'offerta tecnica e non sul ribasso del prezzo del pasto
Nonostante l’Italia si sia dotata nel 2016 di un Codice degli Appalti che prevede che i contratti relativi alla refezione scolastica siano aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV), nel 2019 il 48% dei bandi pubblicati ha riscontrato criticità, il 39% relative alla valutazione economica (fonte Oricon, Osservatorio sulla Ristorazione Collettiva e Nutrizione).
“Il Comune di Roma ha finalmente abbattuto questo desolante dato, pubblicando per la prima volta in Italia un bando di gara che, applicando appieno la legge, prevede che il servizio venga aggiudicato esclusivamente sulla base dell’offerta tecnica e non sul ribasso del prezzo del pasto”. È quanto dichiara Carlo Scarsciotti, Presidente di Angem, l’Associazione Nazionale delle Aziende di Ristorazione Collettiva, commentando il bando di gara appena pubblicato dal Comune di Roma che, con un importo complessivo pari a circa 710 milioni di euro al netto d’iva e una somministrazione quotidiana di 139.400 pasti è, per il settore della ristorazione scolastica, il più rilevante d’Italia e tra i più importanti d’Europa.
La gara ha come oggetto il servizio di mensa scolastica nei nidi capitolini, nelle sezioni ponte (sezioni primavera), nelle scuole dell’infanzia comunali e statali, primarie e secondarie di primo grado del territorio di Roma Capitale e avrà la durata di 5 anni educativi e scolastici (1° settembre 2021-31 luglio 2026). Gli operatori potranno presentare offerta per uno, più o tutti i lotti, ma non potranno essere aggiudicatari di più di un lotto.
Come previsto dall’art. 95 del Codice degli Appalti, e nel rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di parità di trattamento, il bando procederà con il criterio di aggiudicazione dell’OEPV, assumendo la forma di un costo fisso (pari a 5,595 + iva) sulla base del quale gli operatori economici competeranno solo in base a criteri qualitativi.
I criteri qualitativi, che dovranno essere valutati secondo parametri oggettivi e misurabili, riguardano le politiche di approvvigionamento delle derrate alimentari, con particolare attenzione all’inserimento di prodotti Dop e Igp e prodotti freschi, oltre a quanto già previsto dai CAM; l’introduzione di menu solidali, realizzati con materie prime provenienti dalle aziende delle zone terremotate del centro Italia; l’introduzione di menù solidali, realizzati con prodotti provenienti da aziende agricole sociali; le attività di comunicazione.
“Un’ulteriore peculiarità del bando della Città di Roma è il criterio relativo alle attività di comunicazione – continua Scarsciotti – La ristorazione scolastica è parte integrante dell’attività didattica ed è importante che il servizio preveda percorsi formativi su educazione alimentare, la sostenibilità ambientale, la lotta agli sprechi per gli alunni e iniziative di comunicazione sulle caratteristiche e la provenienza territoriale delle derrate utilizzate nei menu e sui suggerimenti sugli altri pasti della giornata e corrette abitudini alimentari per le famiglie”.
“Una refezione scolastica di qualità è l’insieme dell’offerta di materie prime di qualità, di una dieta bilanciata e di un ottimo svolgimento complessivo del servizio. Faccio un appello affinché tutti gli Enti locali seguano il modello del bando di gara del Comune di Roma e dei criteri di valutazione in esso contenuti, primo tra tutti l’offerta economicamente più vantaggiosa”, conclude Scarsciotti.
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