Anche per i derivati del pomodoro obbligo d'origine in etichetta
È entrato in vigore ieri, lunedì 27 agosto l’obbligo per tutti i prodotti composti per almeno il 50% di pomodoro – conserve, concentrati, sughi e salse – di indicazione d’origine in etichetta.
La nuova normativa è contenuta in un decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta lo scorso febbraio, il quale prevedeva un periodo transitorio di 120 giorni prima dell’entrata in vigore definitiva del provvedimento.
Come per pasta, riso e prodotti caseari, la sperimentazione dell’indicazione in etichetta della provenienza andrà avanti fino al marzo 2020.
L’etichetta, dovrà indicare obbligatoriamente, in modo visibile e ben leggibile sia il paese di coltivazione del pomodoro sia quello dove è avvenuta la lavorazione. Si potrà utilizzare, a seconda dei casi, la dicitura “Paesi UE” e/o “Paesi non UE”, mentre nel caso in cui tutte le operazioni avvengono in Italia si troverà apposta in etichetta la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
Tutti i prodotti già confezionati che non rispettano l’attuale normativa possono essere ancora commercializzati entro la data di scadenza.
Accoglie con favore la nuova regolamentazione sui derivati del pomodoro Coldiretti, che in una nota stampa pubblicata sul proprio portale dichiara: “Si tratta di una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori dopo che dall’estero sono arrivati nel 2018 il 15% di derivati di pomodoro in più rispetto allo scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi cinque mesi che fotografano una invasione straniera di ben 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina”
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