Export agroalimentare italiano +6% nel primo semestre
Export Food&Beverage italiano +6% nel primo semestre 2025. La crescita è trainata dai prezzi, ma la geografia commerciale risulta più fragile per i dazi USA.
MERCATO - L'industria alimentare italiana mantiene il suo slancio sui mercati internazionali, registrando una performance in crescita del +6% nelle esportazioni di prodotti trasformati durante i primi sei mesi del 2025. Questo risultato si inserisce nel solco del risultato eccezionale ottenuto nel 2024, quando le vendite oltre confine avevano toccato il traguardo record di oltre 58 miliardi di euro, segnando un incremento del +9%. Tuttavia, l'analisi dell'Osservatorio Nomisma per Italia del Gusto, illustrata oggi da Denis Pantini durante l'IDG Export Meeting, rivela come dietro questi numeri incoraggianti si celi una geografia commerciale internazionale caratterizzata da maggiore instabilità, condizionata da politiche daziarie e fluttuazioni delle materie prime.
L'impatto delle variazioni di prezzo sui risultati di vendita
Una componente significativa della crescita dei valori export è attribuibile al fattore prezzi: l'olio d'oliva ha registrato l'anno scorso un'impennata del +43% in termini di valore, a fronte di un incremento contenuto del +6% sui volumi. Questa dinamica ha caratterizzato nel primo semestre 2025 anche caffè e cioccolato, settori che hanno risentito dei forti aumenti delle rispettive commodity (+73% e +27%). Sul fronte positivo per le quantità si segnalano lattiero-caseario, bakery e acque minerali, mentre registrano contrazioni vino, aceti e spirits.

Le sfide del nuovo contesto geopolitico
"Lo scenario di mercato a livello globale evidenzia un'alterazione negli scambi di prodotti alimentari, in larga parte determinato dagli impatti della nuova politica commerciale dell'amministrazione americana e i cui effetti per l'Italia non si circoscrivono al solo commercio diretto verso gli Stati Uniti, ma si espandono anche agli altri mercati di sbocco del nostro Food&Beverage – ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile Agrifood Nomisma –. Lo sviluppo di nuovi mercati in una logica di maggior diversificazione diventa quindi prioritario in questo nuovo contesto geopolitico, da raggiungere sia attraverso il supporto istituzionale (ad esempio mediante nuovi accordi di libero scambio) ma anche mediante sinergie promozionali e commerciali tra imprese".

Focus sui principali mercati di destinazione
Gli Stati Uniti confermano la loro rilevanza strategica con un import F&B cresciuto del +12% nel semestre, posizionando l'Italia come terzo fornitore con una quota del 6%. Dopo il fenomeno di front-loading pre-dazi che aveva spinto la crescita al +14% nel primo trimestre, diversi comparti hanno mostrato rallentamenti nel secondo trimestre: il vino è passato da +17% a −10%, mentre i formaggi hanno registrato un crollo da +18% a −41%.
La Spagna si distingue come uno dei mercati più dinamici del panorama europeo, con acquisti di prodotti italiani in crescita del +13% nel semestre. Particolarmente significative le performance di formaggi (+65%) e bakery (+55%).
La Polonia si conferma terzo sbocco UE per l'Italia, registrando un +16% nel semestre, con prestazioni eccezionali per cioccolata, prodotti da forno e formaggi.
Andamento delle materie prime e proiezioni sui dazi
Sul fronte delle materie prime, cacao e caffè si mantengono sui massimi storici, mentre cereali e oli vegetali mostrano tendenze al ribasso. Le simulazioni elaborate da Nomisma indicano che l'introduzione di dazi al 15% negli USA comporterebbe conseguenze particolarmente severe per filiere strategiche come vino, pasta e lattiero-caseario.

La necessità di strategie coordinate
"I dati confermano la resilienza del nostro export, ma anche la necessità di strategie comuni: senza mercati più aperti e senza una forte regia istituzionale e associativa, l'Italia rischia di perdere quote in segmenti chiave – ha sottolineato Alberto Volpe, Direttore Generale di Italia del Gusto –. Italia del Gusto vuole essere acceleratore di queste sinergie, mettendo insieme aziende e territori per rafforzare la competitività del Food&Beverage italiano nel mondo".
"La forza dell'export italiano sta nella capacità di unire qualità e diversificazione. Ma nel nuovo scenario globale la competitività dipenderà sempre più da strategie comuni e da un presidio costante dei mercati – ha concluso Pantini –".
Il ruolo strategico del settore per l'economia nazionale
L'IDG Export Meeting ha confermato la centralità del Food&Beverage nel posizionamento internazionale dell'Italia, settore che nonostante tensioni geopolitiche e nuove barriere commerciali continua a rappresentare uno dei motori più solidi della bilancia commerciale del Paese.
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