Export vino: il mercato USA frena. È tempo per accelerare sui dealcolati?

Frena l’export di vino italiano negli USA, intanto il Ministro Lollobrigida annuncia l’intenzione di convocare un tavolo per stabilire le regole sui dealcolati

12 Lug 2024 - 12:18
Export vino: il mercato USA frena. È tempo per accelerare sui dealcolati?

Le notizie che arrivano dagli Stati Uniti per il mercato del vino non sono confrontanti. I consumi si confermano in affanno e nonostante l’accenno di ripresa registrato ad aprile (+2%), il saldo tendenziale dei primi 5 mesi del 2024 stimato sulla base degli ordini degli store per Horeca e Grande Distribuzione segna una decisa frenata con un -8% generale e -6% per i prodotti Made in Italy.

È quanto emerge da un’analisi degli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base SipSource, la piattaforma che monitora vendite e consumi nel breve termine del 75% degli esercizi commerciali statunitensi. 

Le evidenze non lasciano dubbi su un trend negativo confermato anche dall’alto livello del rapporto tra riserve di magazzino e vendite effettive dove l’eccedenza sfiora ormai i dieci miliardi di dollari. 

Il calo non riguarda ovviamente solo il Belpaese ma tutti i principali produttori con Francia e Stati Uniti che cedono l’8%, Australia e Spagna rispettivamente l’11% e il 10%.

Ad arginare gli effetti della brusca frenata per l’Italia ci sono le bollicine, con il Prosecco che si mantiene stabile (-0,6%), l’Asti in lieve ripresa (+1,6%) ma soprattutto l’exploit dei metodi charmat non Prosecco (+7%), che oggi valgono il 24% dei volumi dei nostri spumanti consumati negli Usa.

Un declino che secondo gli osservatori sarebbe iniziato nel 2018 e successivamente amplificato dagli effetti della pandemia innescando profondi cambiamenti nelle abitudini dei consumatori oggi sempre più attratti dalle soluzioni no-low alcool.
Il paradosso è che se si fa riferimento a questi prodotti l’Italia negli Usa, secondo uno studio dell’Osservatorio del vino dell'Unione italiana vini su base NielsenIQ, si sarebbe conquistata il 70% del valore delle vendite, ma a guadagnarci sarebbero principalmente gli americani. L’80% del business derivante da uve italiane sarebbe infatti in mano a imprese targate USA che importerebbero e poi rivenderebbero il prodotto finito ed etichettato nel Belpaese. (Per approfondire l'argomento leggi questo articolo: https://horecanews.it/in-italia-1-milione-di-consumatori-interessati-ai-vini-dealcolati)

Sarà per questo che ieri il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha annunciato l’intenzione di convocare un tavolo per stabilire le regole sui dealcolati che al momento nel nostro Paese mancano.

Quasi tre anni fa l’Unione Europea ha infatti emanato un regolamento (2021/2117) che autorizza e norma la produzione e commercializzazione di vino parzialmente dealcolato, che il Belpaese non ha ancora recepito. Una lacuna che, considerato l’andamento del nostro export, potrebbe essere considerata come un’occasione mancata e sulla quale muoversi tempestivamente, nonostante le perplessità e cautele del tessuto produttivo.

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