Fine Wines: cresce il mercato sommerso di vuoti delle bottiglie di annate storiche
Cresce la passione per il collezionismo dei vini di pregio ma come contraltare si perfeziona il professionismo nella contraffazione dei fine wines
Il mercato dei vini di pregio negli ultimi anni è sotto i riflettori, è cresciuto ed ha cambiato volto andando a coinvolgere non più solo grandi collezionisti ma anche appassionati e privati che, scoprendo nel vino un’opzione di investimento, hanno iniziato ad avvicinarsi con un’attenzione diversa a questo mondo complesso e variegato.
Le conversazioni su Champagne e Borgogna o altre regioni emergenti come Loira e Rodano, o su paesi come il nostro i cui vini più celebri vantano quotazioni vicine se non addirittura superiori a quelle dei cugini francesi, non sono più appannaggio esclusivo di case d’asta, sommelier, grandi collezionisti e operatori del settore, ma democraticamente coinvolgono un pubblico più ampio e sempre più informato.
Cresce infatti la voglia di scoprire i segreti di bottiglie rare, annate storiche ed etichette delle cantine più famose, di cui gli esemplari in circolazione sono veramente pochi. Champagne pregiati, grandi Domaine e Château francesi come Château Lafite Rothschild, Petrus, Château Mouton-Rothschild, Domaine de la Romanée-Conti, o miti dell’enologia italiana come Masseto, Giacomo Conterno, Giuseppe Quintarelli, Tenuta Dell’Ornellaia, Gaja, Marchesi De’ Frescobaldi, Soldera, Tenuta San Guido. Parliamo di perle della storia dell’enologia che impreziosiscono i caveaux di dealer e collector in tutto il mondo.
Il merito di questa rivoluzione spetta probabilmente anche al Liv Ex, il London International Vintners Exchange, quella “borsa dei vini di pregio” che con i suoi indici, dal 2004, segnala in modo preciso l’andamento di domanda e offerta, punto di riferimento per garantire la trasparenza e l’efficienza del mercato dei fine wines, consentendo di conoscere il valore in tempo reale delle bottiglie più amate e ricercate.
Dal mercato ufficiale a quello parallelo e sotterraneo dei vuoti
Non tutti sanno però che accanto a questo mondo patinato e fortemente regolamentato ne è nato uno sotterraneo, un mercato parallelo, che passa attraverso piattaforme non autorizzate dagli operatori, in cui ad essere oggetto di aste e scambio non sono propriamente le bottiglie di pregio ma il loro vuoti, venduti a cifre da capogiro. È difficile pensare che ci siano persone disposte a spendere tanto denaro per acquistare dei semplici contenitori, per quanto originali e corredati da bellissime etichette. Certo si può trattare di bottiglie che hanno ospitato vini iconici, ma nonostante ci si sforzi di indulgere rispetto alle particolari inclinazioni che a volte assume il collezionismo, le somme in gioco sono così elevate da rendere tutto poco comprensibile. Di quali valorizzazioni si parla? Basta accedere alla piattaforma di aste on line EBay e digitare nel campo di ricerca i nomi delle etichette più blasonate seguite dalla dicitura “empty bottle”, e verrà fuori una lista interminabile di offerte di bottiglie originali, già consumate, di annate storiche. In vendita anche tappi, custodie, capsule e chi più ne ha più ne metta: più il corredo è completo, più il lotto vede crescere il suo valore. Quali sono i prezzi? Alcuni esempi sono utili per rendersi conto delle quotazioni. Per il vuoto di una Domaine de la Romanée-Conti La Tâche del 1982 sono richiesti circa 400 euro, per una Dom Perignon Reserve De L’Abbaye 1988 Oro la quotazione si aggira introno ai 200 euro, per Masseto Tenuta dell’Ornellaia 2014 sprovvista di sughero il prezzo scende a 85 euro. E poi ci sono le cassette in legno anch’esse rigorosamente vuote, altro articolo ricercatissimo, che si cedono ad almeno 20 euro a pezzo e, in qualche caso, quando si tratta di formati più particolari, hanno quotazioni che superano i 100 euro.Chi acquisterebbe i vuoti di bottiglie di vino raro?
Il mercato dei vuoti di vini di pregio cresce in modo silente e sommerso da anni, ma negli ultimi tempi sembra aver subito un’accelerazione. La domanda che viene da porsi è banale: chi comprerebbe queste reliquie? Difficile immaginare che i ristoratori investano tanto, specie in questo periodo, semplicemente per dare un tocco all’allestimento dei loro locali, tra l’altro di questo materiale, se avessero vini di pregio in carta, ne disporrebbero già ampiamente. Neppure i collezionisti veri sembrano essere gli acquirenti tipo: evidentemente, se proprio fossero appassionati, conserverebbero quel che resta delle loro bevute. Ma allora da dove parte la domanda dei vuoti dei fine wines? Sembrerebbe che i principali player del mercato siano i falsari, per i quali riuscire ad accaparrarsi bottiglie con etichette integre, sugheri a corredo, cassette in legno, significherebbe in pratica essere già a meta dell’opera, della contraffazione, si intende. Le analisi che vengono effettuate per valutare l’autenticità di un vino si basano infatti soprattutto su età della bottiglia, del tappo e della capsula. Se si riescono a mettere insieme questi elementi ci si è già portati molto avanti, si tratta di riempire i vuoti con miscele più o meno credibili, sigillarli ex novo è il gioco è praticamente fatto, se è vero che i periti si fermano nella maggior parte dei casi ad esaminare il contenitore e non il contenuto.I falsari italiani: il caso della banda di Brescia
Per quanto si ritenga che i cinesi siano in prima linea nel mercato della contraffazione di vini, anche il nostro paese si è dimostrato particolarmente attivo negli ultimi anni. Il caso più eclatante è quello della banda sgominata nel 2018 in provincia di Brescia. I falsari avevano messo in piedi una centrale di contraffazione che applicava proprio la tecnica del refilling: reperivano bottiglie vuote autentiche di case vinicole in auge, attraverso canali online e offline, le riempivano con vini di diversa provenienza, le sigillavano con tappi in sughero e capsule di colore uguale o simile all’originale, apponendo film da imballaggio e falsi sigilli di garanzia per mascherare la mancanza di segni distintivi corrispondenti al packaging ufficiale. Le bottiglie erano cedute sul mercato nazionale, reintrodotte anche nei normali canali commerciali al dettaglio o cedute agli esercizi di ristorazione, e sul mercato internazionale, in particolare Spagna, Germania, Belgio, Francia ed USA, qui utilizzando ancora una volta prevalentemente la piattaforma di aste on line EBay. I contraffattori una volta ceduti i falsi, lavoravano per creare un rapporto fiduciario con i compratori, mettendo in piedi contatti diretti attraverso i quali integravano e ampliavano le offerte, facendo leva su prezzi concorrenziali rispetto alle quotazioni di mercato. Al riconoscimento della truffa e alle operazioni che hanno portato all’individuazione dei falsari e del loro covo, hanno collaborato non solo Ebay ma anche rappresentanti delle più grandi aziende del settore vitivinicolo italiana. In ambito internazionale è stata invece attivata una cooperazione con Europol che ha consentito di tracciare la destinazione di alcune partite più ingenti di vini contraffatti destinate all’estero, a livello europeo ed extra europeo. Quindi attenzione, lasciarsi sedurre dall’idea di cedere i vuoti delle proprie bottiglie di valore, seppure a prezzi considerevoli, potrebbe significare affacciarsi a un mercato a dir poco rischioso, come testimoniano i recenti fatti di cronaca. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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