Il lato oscuro dell'overtourism: chiude 'La Rosetta' dopo 60 anni a Roma

La Rosetta chiude dopo 60 anni: overtourism e burocrazia spingono lo storico ristorante di Massimo Riccioli a lasciare il locale storico al Pantheon.

22 Maggio 2025 - 10:08
Il lato oscuro dell'overtourism: chiude 'La Rosetta' dopo 60 anni a Roma
Credits - Fb: @LaRosettaRistorante

RISTORAZIONE - Il 10 maggio si è spenta una delle luci più brillanti della ristorazione romana. La Rosetta, storico ristorante di pesce situato nella caratteristica stradina che si dirama da piazza della Rotonda, ha definitivamente abbassato le saracinesche dopo quasi sessant'anni di attività. Una decisione sofferta che segna la fine di un'epoca per la capitale e per tutto il settore della ristorazione di qualità.

La trasformazione del centro storico

La chiusura rappresenta molto più della fine di un'attività commerciale: è il simbolo tangibile di come l'overtourism stia trasformando radicalmente il volto del centro storico romano. Il flusso incontrollato di visitatori ha cambiato completamente la tipologia di clientela, privilegiando un turismo di massa a discapito di quella clientela alla ricerca di una ristorazione attenta, raffinata, che per decenni ha frequentato il locale.

Il problema principale risiede nella sproporzione numerica: troppi visitatori concentrati in spazi storici non progettati per simili affluenze. Questo fenomeno ha portato al proliferare di attività di street food che, seppur legittime, hanno contribuito a modificare l'atmosfera e la pulizia della zona. La conseguenza diretta è stata l'allontanamento dei residenti e dei romani, sostituiti da un flusso turistico interessato principalmente a consumi veloci e fotografabili.

L'ultimo episodio: la multa che ha fatto traboccare il vaso

Il colpo finale è arrivato con una multa di 5.000 euro comminata per l'ombra di una tenda proiettata sull'asfalto, come raccontato da Riccioli. Un episodio che ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo la proprietà a anticipare la chiusura rispetto ai piani originali. L'ironia della situazione è emersa nel contrasto tra la severità mostrata verso un ristorante storico e l'apparente tolleranza verso altre problematiche del territorio, come l'accumulo di rifiuti e le lunghe file che si formano davanti ai locali di fast food.

Credits - Fb: @LaRosettaRistorante

Massimo Riccioli: pioniere della cucina marinara a Roma

Massimo Riccioli, oggi 71enne, rappresenta una figura fondamentale nella storia della ristorazione capitolina. Arrivato al ristorante nel 1982 per aiutare la famiglia, ha trasformato quello che era nato come sogno del padre Carmelo in una vera istituzione gastronomica.

Originario di Catania e con un passato nel settore cinematografico come operatore, Riccioli ha saputo evolversi da fotografo sportivo a uno degli osti più rispettati di Roma. La sua formazione culinaria si è basata sui ricordi dell'infanzia siciliana e sulle basi gettate dal padre, che nel 1966 aveva rilevato il locale portando a Roma una cucina di mare quando ancora non esisteva nulla di simile nella capitale.

Il merito principale di Riccioli è stato quello di aver introdotto e sdoganato i crudi di pesce nella cultura gastronomica romana, anticipando mode che sarebbero arrivate decenni dopo. Le sue ostriche, i plateau di frutti di mare e specialità come la spigola marinata all'arancia hanno fatto scuola, influenzando intere generazioni di chef.

La sua visione imprenditoriale si è estesa oltre La Rosetta con l'apertura di Riccioli Caffè nel 1999, un locale rivoluzionario per l'epoca che proponeva un concept minimale dedicato ai crudi, e successivamente con esperienze internazionali come il ristorante nel Corinthia Hotel di Londra.

Un patrimonio che se ne va

Con la chiusura de La Rosetta, Roma perde un pezzo importante della sua identità gastronomica. Il locale era stato frequentato da personalità del calibro di Eduardo De Filippo, Marcello Mastroianni, Mario Schifano e politici di primo piano, diventando un punto di riferimento per chiunque cercasse qualità e autenticità.

La trasformazione del centro storico in un palcoscenico per consumi veloci e superficiali rappresenta una perdita culturale che va oltre il singolo ristorante. Il rischio concreto è che questa tendenza continui, portando alla progressiva scomparsa di tutte quelle realtà che hanno fatto grande la tradizione dell'ospitalità italiana.

Il futuro incerto

Nonostante l'amarezza per questa chiusura anticipata, Riccioli non esclude completamente un ritorno nel mondo della ristorazione. Con la saggezza di chi ha attraversato sessant'anni di evoluzione del settore, guarda al futuro con nuove idee in cantiere, consapevole che il panorama gastronomico richiede oggi approcci diversi e location alternative ai centri storici ormai compromessi dall'overtourism.

La storia de La Rosetta si conclude, ma il suo impatto sulla ristorazione romana rimarrà indelebile, rappresentando un modello di eccellenza che ha saputo innovare rimanendo fedele alle proprie radici.

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