La Fondazione BAR WARS sulle misure anticrisi per i bar

BAR WARS si oppone alle richieste del settore assurde e fuorvianti: c'è bisogno di una burocrazia più snella e chiara per salvare i bar dai problemi che esistevano già prima del Covid.

6 Maggio 2020 - 01:30
La Fondazione BAR WARS sulle misure anticrisi per i bar
In questo momento in cui l'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del COVID-19 va di pari passo con le difficoltà delle imprese e delle attività del nostro Paese, a causa delle misure contenitive, abbiamo bisogno anche di segnali positivi. Per questo Horecanews.it, tenendo fede al patto d'informazione con i suoi lettori, ha deciso di non fermare la normale programmazione ma di tenervi aggiornati sulle notizie del settore, anche per concedere un momento di svago dalle difficoltà del momento. Sullo sfondo della crisi che i locali pubblici stanno affrontando a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, dall'esperienza sul campo di operatori storici nasce la Fondazione BAR WARS - Come vincere la guerra dei locali. Un gruppo di imprenditori, consulenti e professionisti del settore, tra cui Andrea Marini, direttore dell’ingrosso online PRO BAR che opera dal 2015, Luca Malizia e Ilias Contreas  fondatori di MIXOLOGY Academy, come prima azione messa in atto, quali guide di BAR WARS, intendono opporsi alle istanze che il settore ha avanzato al Governo per ottenere una serie di misure fiscali ed economiche. Andrea Marini, parlando a nome di tutti e dei partner di BAR WARS, prende le distanze da chi chiede al Governo specifiche misure economiche anticrisi, ritenute dalla Fondazoine eccessive e fuorivianti rispetto ai reali problemi del comparto, che anche prima del Covid-19 vedeva i bar chiudere in preoccupante percentuale.
Bar Wars
Andrea Marini
"Sospensione degli affitti, riduzione del canone al 50% fino a Dicembre 2020, annullamento delle tasse (anno fiscale bianco), azzeramento delle commissioni bancarie, sospensione delle utenze, riduzione dell’iva, flat tax al 15% per 6 anni... sono pretese assurde e quindi inutilispiega Marini -.  Piuttosto insistiamo perché la burocrazia venga resa più snella e più chiara, velocizzando i tempi per le autorizzazioni, rendendo praticabile e sicura la riapertura dei bar al pubblico. Per quanto un contributo economico sia sempre gradito, gli unici a poterci salvare siamo noi stessi e non si può, in un momento del genere, sperare che il virus sparisca come per magia o che il Governo cancelli tutti i debiti. Il Premier non è Babbo Natale! Qui ci si sta approfittando di un'emergenza sanitaria per coprire gli errori (e i debiti) accumulati nei mesi e negli anni prima del coronavirus per incapacità imprenditoriale, ma non è così che funziona il mondo. O meglio, puoi anche chiedere aiuto alle banche e allo Stato italiano, ma poi sei destinato a fallire comunque se non risolvi dall’interno i tuoi problemi. Invece di perdere tempo in soluzioni che non hanno futuro, torniamo a fatturare a partire da ciò che è consentito fare in un momento così anomalo per il settore dei bar, ovvero il servizio di delivery e l’asporto, anche per i cocktail alcolici. ". È urgente, in sintesi, - affermano dalla Fondazione - che si possa continuare a lavorare stimolando il Governo a risolvere qualsiasi eventuale falla burocratica per permettere ai locali di non perdere tempo con dei cavilli sterili. È fondamentale capire che per restare in piedi bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare autonomamente, senza il bisogno di ricorrere alle "letterine di Babbo Natale".  "Bisogna valutare il costo-beneficio di ogni strategia e mettere in atto tutte quelle azioni che possono contribuire alla sopravvivenza dell’attività fino al giorno in cui si potrà ripartire. Poi, se un aiuto dovesse arrivare, allora tanto di guadagnato, ma sappiamo tutti che lo Stato italiano non ha una lira e dobbiamo evolverci imparando a salvarci da soli. Continua Marini: “Qualche testata come Bargiornale ha sollevato dubbi sulla legalità del cocktail delivery in base all'art 20 del Decreto Ministeriale 153 del Marzo 2001 senza prendere una posizione definita, ma questo dubbio è fuori contesto, perché non riguarda i bar ma solo chi opera con impianti, ovvero macchinari, attrezzature e mezzi di trasformazione, di condizionamento o di deposito di alcol etilico e bevande alcoliche. Chi ha la licenza di somministrazione non è un opificio se segue le direttive che la stessa licenza gli impone e quindi è nelle condizioni di servire anche cocktail a domicilio". "Basta sollevare cavilli che rischiano ulteriormente di bloccare il lavoro dei bar conclude Andrea Marini. - Bisognerebbe aiutare i locali a lavorare e incassare invece di lasciarli fallire."

LA FONDAZIONE E L'AZIENDA

BAR WARS è una fondazione senza scopo di lucro in fase di costituzione legale il cui Blog, www.barwars.it, presenta contenuti di formazione imprenditoriale specifici per il settore bar disponibili gratuitamente. Tale strumento, così come i canali BAR WARS sui social media, sono gestiti da Jacques srl, una media company di Luca Malizia e Ilias Contreas. PRO BAR è un ingrosso online che distribuisce in tutto il mondo attrezzature, accessori e forniture professionali per bar e barman come bicchieri, shaker, workstation (postazioni da lavoro per bartender) e strumenti specifici per i cocktail bar. Ha aperto nel Maggio del 2015 e da allora ha servito circa 30.000 clienti tra professionisti privati del settore e locali del ramo Food & Beverage, cocktail bar in particolar modo. Il 55% di questi è concentrato in Italia e il resto principalmente in Francia, Spagna e nel resto d'Europa, oltre a percentuali minori in America e nel Sud Est asiatico. Il mercato estero è stato avviato nel 2017. La sede legale e amministrativa è a Roma nel quartiere San Paolo/Ostiense, i magazzini invece si trovano sempre a Roma, in prossimità del litorale di Ostia.
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