Lavoro irregolare nella ristorazione: Cisl, "Fenomeno in aumento, i giovani si ribellano"

Lavoro irregolare nella ristorazione in Emilia-Romagna: 29 lavoratori in nero, il segretario generale della Fisascat Cisl Emilia Centrale chiede più controlli

28 Sett 2023 - 14:13
Lavoro irregolare nella ristorazione: Cisl, "Fenomeno in aumento, i giovani si ribellano"

«La vicenda del cameriere pagato in nero tre euro l’ora è solo la punta dell’iceberg. Anche a Modena, infatti, la ristorazione è un settore in cui il lavoro irregolare e lo sfruttamento dei lavoratori sono purtroppo più diffusi di quanto si creda».

Lo afferma il segretario generale della Fisascat Cisl Emilia Centrale (sindacato lavoratori commercio, servizi e turismo) Alessandro Martignetti, commentando i risultati dei recenti controlli dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Modena nel settore turistico-alberghiero e pubblici esercizi. Le verifiche erano mirate a garantire il rispetto della normativa e delle condizioni di sicurezza a tutela dei lavoratori utilizzati nelle attività stagionali. 

Nel corso dell’attività di vigilanza straordinaria sono state controllate cinquanta aziende. Gli ispettori hanno scoperto 29 lavoratori in nero. Sono stati emanati 19 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per lavoro irregolare e cinque provvedimenti di sospensione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, con contestuale denuncia dei titolari alla Procura della Repubblica di Modena. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 160 mila euro. 

«I risultati di questi controlli non ci sorprendono, anzi il fenomeno è in continuo aumento – dichiara Martignetti Lo appuriamo dalla quantità di segnalazioni da parte di lavoratrici e lavoratori che si rivolgono al nostro ufficio vertenze. Capita spesso che le persone siano costrette a lavorare senza contratto o con falsi part time, con turni che possono arrivare ben oltre le dieci ore di lavoro al giorno, senza la possibilità di usufruire di alcun diritto. 
Sicuramente – prosegue il sindacalista Cisl – non aiuta la flessibilità contrattuale di cui possono disporre i datori di lavoro. Il lavoro temporaneo permette di fatto la diffusione di forme di lavoro che possono facilmente associarsi, anche se parzialmente, al sommerso.
Per questo è necessario potenziare i servizi ispettivi, mettendo in campo verifiche e controlli che, come abbiamo visto, portano a scoprire molte situazioni fuorilegge e a comminare sanzioni.
Anche le associazioni di categoria, però, – aggiunge Martignetti – devono fare di più per il rispetto della legalità, anziché limitarsi a chiedere sostegni per la ripresa di un settore che ha indubbiamente sofferto molto durante la pandemia, ma non per questo può ritenersi esonerato dall’applicazione dei contratti. 
Infine bisogna infondere nelle persone, soprattutto i giovani, la cultura del lavoro regolare e dei diritti. Il ragazzo pagato 20 euro per sei ore di lavoro in nero ha dimostrato, sia pure con modi poco ortodossi, – conclude il segretario generale della Fisascat Cisl Emilia Centrale Alessandro Martignetti – che ribellarsi allo sfruttamento è un dovere nei confronti non solo di se stessi, ma anche degli altri».

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