Un terzo della frutta italiana presenta tracce di pesticidi

22 Febbraio 2019 - 04:30
Un terzo della frutta italiana presenta tracce di pesticidi
Un terzo della frutta e verdura italiane presenta tracce di pesticidi, anche se entro i limiti di legge. Sono i dati più importanti che emergono dal rapporto annuale di Legambiente "Stop pesticidi", presentato a Roma. L'1,3% dell'ortofrutta italiana è fuorilegge per eccesso di pesticidi, una percentuale stabile da dieci anni: meglio dell'ortofrutta che viene dall'estero, che è irregolare quasi nel 4% dei casi. Secondo il rapporto di Legambiente, fungicidi e insetticidi come Boscalid, Chlorpyrifos,Fludioxonil, Metalaxil, Imidacloprid, Captan, Cyprodinil sono i pesticidi più diffusi negli alimenti campionati in Italia. Il Legambiente rivela che il 61% dei campioni analizzati è regolare: una cifra abbastanza positiva che crea preoccupazione non tanto per l’irregolarità dell'1,3% dei campioni, quanto per il 34% che presentano residui di pesticidi. Un grave problema, denuncia Legambiente, inoltre riguarda il multiresiduo; la legislazione europea, infatti, non considera come non conforme un frutto o ortaggio se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di diversi pesticidi (anche in quantità minime) possa provocare effetti pericolosi per l’organismo umano. Il multiresiduo è più frequente del monoresiduo: è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo. Il 64% delle pere, il 61% dell’uva da tavola e il 57% delle pesche sono campioni regolari con multiresiduo. Le fragole, spiccano per un 54% di campioni regolari con multiresiduo e anche per un 3% di irregolarità. Alcuni campioni di fragole, anche di provenienza italiana, hanno fino a 9 residui contemporaneamente. Per la verdura da un lato, il 64% dei campioni risulta senza alcun residuo, dall’altro, si riscontrano significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti, come l’8% di peperoni, il 5% degli ortaggi da fusto e oltre il 2% dei legumi. In generale, nel confronto tra i campioni esteri e italiani, quelli a presentare più irregolarità e residui sono quelli esteri: sono irregolari infatti il 3,9% dei campioni esteri rispetto allo 0,5% di quelli nazionali, e presentano almeno un residuo il 33% dei campioni di provenienza estera rispetto al 28% di quelli italiani
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