Fipe al Senato: ripensare i criteri delle gare d'appalto per i buoni pasto
Sui buoni pasto non c’è più tempo da perdere. Con l’audizione al Senato dei Deputati la Fipe – Federazione italiana Pubblici Esercizi chiede un ripensamento immediato dell’intero sistema delle gare d’appalto nel settore, nell’ottica di salvaguardare un mercato che altrimenti rischia il collasso.
La Federazione sta seguendo ormai da tempo e con grande preoccupazione le conseguenze delle distorsioni del sistema di aggiudicazione dei buoni pasto di cui il fallimento della società Qui!Group s.p.a. – società scelta dalla Consip e fallita per un debito complessivo da 351 milioni di euro – ne è il più recente e tragico esempio.
“Ben comprendiamo e condividiamo – ha affermato in aula il Vice Presidente Vicario Fipe Aldo Mario Cursano - l’ampio impegno profuso in questi mesi dalle Istituzioni a supporto dei diversi soggetti che hanno subito un danno economico generato dalla crisi della Qui!Group, ma nessuna attenzione è stata riservata ai pubblici esercizi”.
Fipe sostiene, infatti, che le imprese convenzionate con le aziende emettitrici non hanno ricevuto nessuna attenzione, e addirittura, qualche giorno fa si sono viste ingiustificatamente escludere dai 20 milioni di euro previsti nel DdL Concretezza, rimasti riservati alle sole Amministrazioni “vittime” del crack di Qui!Group, come vi abbiamo raccontato in questa news,.
A nome delle oltre 300.000 imprese rappresentate, coinvolte nel mercato del servizio sostitutivo di mensa, che muove 3 miliardi di euro ogni anno, la Fipe ritiene improcrastinabile la necessità di una complessiva rimeditazione della normativa concernente le gare sui buoni pasto. Gli accadimenti degli ultimi mesi, sostiene la Federazione, hanno reso evidente la vulnerabilità di un sistema che, per come attualmente regolamentato, premia in sostanza offerte economiche spregiudicate e insostenibili per la rete degli esercizi convenzionati.
“Le recenti riforme sul codice degli appalti, che volevano garantire maggiore trasparenza, in realtà hanno portato ad ulteriori offerte aggressive e insostenibili, comportando addirittura un aggravio dei costi scaricati sulle imprese che forniscono effettivamente il servizio sostitutivo di mensa. Oggi le commissioni applicate hanno superato la soglia del 20%”, ha aggiunto Aldo Cursano, per poi concludere: “Vi parlo come Vice Presidente Vicario Fipe e come Presidente di Confcommercio Firenze, ma permettetemi di parlare anche come imprenditore che ogni giorno fa i conti con il problema dei buoni pasto: con questo sistema vengono calpestati i diritti di imprenditori, cittadini che per anni hanno lavorato e fornito un servizio al loro meglio e oggi si trovano defraudati, senza nessun riconoscimento del loro lavoro, e un bilancio d’impresa al quale mancano i denari di un servizio prestato che nessuno gli riconosce. Con questo sistema le imprese vengono lasciate sole”.
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