Global mixology: il gin analcolico non esiste, i giovani bevono prima, Diageo restaura le torbiere in Scozia

News dal mondo: non è gin se analcolico per la Corte Ue; cambiano gli orari di consumo dell'alcol tra giovani; Diageo stanzia 5 milioni per torbiere scozzesi

18 Nov 2025 - 10:39
Global mixology: il gin analcolico non esiste, i giovani bevono prima, Diageo restaura le torbiere in Scozia

La Corte di giustizia dell’Ue ribadisce: se il gin non ha una gradazione alcolica di almeno 37,5%, un prodotto non può essere chiamato “gin”. Ricerca Bacardi: i giovani non bevono meno alcol, ma preferiscono berlo e socializzare nel tardo pomeriggio anziché la notte. Sostenibilità: Diageo investirà oltre cinque milioni per ripristinare le torbiere scozzesi essenziali per lo scotch, ma non è solo una questione di whisky. Le notizie della settimana dal mondo di cocktail e distillati selezionate dai media internazionali.

Il gin analcolico non esiste

Nulla di nuovo né di misterioso, in fondo. Però, alla luce della piega presa dal mercato negli ultimi anni, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dovuto ribadire pochi giorni fa che, in base alle normative vigenti, il gin deve avere un contenuto alcolico minimo del 37,5% ABV. Il che significa che bevande non alcoliche, anche se a base di ginepro, non possono essere etichettate come “gin analcolico”, “alcohol free gin”, “gin 0%” o simili.

La questione, riporta Beverage Daily, era stata portata all’attenzione di un tribunale in Germania – che ha poi rimandato la causa alla corte Ue per motivi di competenza – dall'associazione tedesca Verband Sozialer Wettbewer in merito a una bevanda senz’alcol, chiamata “Virgin Gin Alkoholfrei”, commercializzata da PB Vi Goods. Che ora dovrà rimuovere la parola “gin” dall’etichetta, al pari di altri produttori di bevande no alcol “ispirate” al distillato di ginepro. Premiata la scelta di aziende più corrette – o più prudenti – come Diageo, che, pur proponendo alternative analcoliche al gin con marchi quali Gordon’s e Tanqueray, non ha mai utilizzato il termine “gin” su tali prodotti e nella relativa comunicazione, affidandone piuttosto l’identificazione alla riconoscibilità dei brand in questione.

I giovani bevono meno? No, bevono prima

I giovani bevono di meno rispetto a genitori e nonni? In realtà, diversi studi dimostrano che il calo del consumo di alcol, negli ultimi anni, è trasversale alle diverse generazioni. Più che altro, oggi i giovani bevono prima. In base all’annuale Cocktail Trends Report, realizzato da Bacardi per delineare le tendenze che influenzeranno la mixology, si prevede per il 2026 un sempre più marcato calo del consumo di alcolici nelle ore notturne a favore di quelle dell’aperitivo.

Come si legge su Global Drinks Intel, i giovani adulti socializzano sempre più nel tardo pomeriggio, con un aumento dei cosiddetti "daycaps", ovvero i cocktail consumati a fine giornata lavorativa piuttosto che la sera fino a tardi. In particolare, "più della metà" dei giovani bevitori in Francia e un terzo negli Stati Uniti privilegia ora i brindisi a inizio serata, oltre a “esperienze sociali analogiche” e una maggiore attenzione alla trasparenza sugli ingredienti. Insomma, più una ricalibrazione delle abitudini sociali piuttosto che una vera fuga dal consumo di alcolici. Secondo Bacardi, Margarita, Mojito e Piña Colada sono i cocktail che più si candidano a guidare la domanda globale il prossimo anno.

Diageo investe nelle torbiere scozzesi. Non solo per il whisky

Diageo, numero uno mondiale della produzione di alcolici, investirà fino a cinque milioni di sterline (circa 5,6 milioni di euro) in cinque anni per aiutare a restaurare fino a 3mila ettari di torbiere degradate in tutta la Scozia. La torba conferisce il tipico sapore affumicato a numerosi scotch whisky, alcuni dei quali di proprietà di Diageo, anche se solo una piccola quantità viene utilizzata nel loro processo produttivo.

Come sottolinea Drinks International, Diageo – che collabora nell’operazione con Caledonian Climate – intende ripristinare molta più torba di quanto prevede di usarne nei prossimi anni nella produzione di whisky. Parallelamente, infatti, il gruppo sta introducendo una serie di innovazioni nei processi in grado di garantire una maggiore efficienza e una riduzione del fabbisogno di torba per tonnellata di orzo maltato, già calato del 5% dall’inizio dei test nella primavera 2024.

Leggi l'articolo anche su MixologyItalia.com

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