Il Conte Villa Prandone presenta Rocciamara, protagonista della stagione fieristica

La neonata etichetta de Il Conte Villa Prandone omaggia la tenacia del vignaiolo e la tradizione popolare, con una piccola percentuale di uve bianche.

12 Febbraio 2024 - 12:21
Il Conte Villa Prandone presenta Rocciamara, protagonista della stagione fieristica

Il Conte Villa Prandone, azienda vitivinicola di Monteprandone (Ascoli Piceno), arricchisce la propria linea con un nuovo vino manifesto, Rocciamara 2022. L’etichetta nasce dalla consociazione di vecchie viti di varietà rosse – prevalentemente sangiovese e merlot – e bianche, in particolare passerina. Si tratta di una reinterpretazione in chiave contemporanea dell’antica tradizione popolare di aggiungere una minima quantità di uve bianche all’uvaggio rosso per ingentilire e nobilitare il blendRocciamara si colloca tra i vini di alta gamma dell’azienda, anche se distinto dalla linea Premium, per la peculiarità produttiva che lo renderà protagonista della stagione fieristica, da Wine Paris al Vinitaly di Verona. Da qui la scelta di una particolare etichetta ispirata all'opera visionaria e astratta di Piet Mondrian: un'elegante fusione di colori e forme geometriche rappresenta le rocce e il territorio, simboleggiando la raffinatezza del vino attraverso un connubio di solidità e dinamismo.
"Rocciamara è il nuovo vino manifesto, espressione della nostra creatività e tenacia di vignaioli da tre generazioni – dichiara Emmanuel De Angelis, winemaker de Il Conte Villa Prandone –. Il nome è un richiamo diretto al vigneto e al terreno che lo contraddistingue, impegnativo ma di grande potenziale, che ci ha ripagato con un vino elegante e di grande complessità. Abbiamo cercato di infondervi i valori della nostra azienda e famiglia, in cui passione e attitudine al duro lavoro si tramandano vendemmia dopo vendemmia da oltre settant’anni".

Il vigneto Rocciamara è un impianto del 1992 che si estende su una superficie di quattro ettari di terreno calcareo-argilloso sul versante sud-ovest di Monteprandone, a circa 150 m s.l.m., con una pendenza del 25-30%. Il sottosuolo ricco di ciottoli e pietre svolge un'importante azione drenante che permette alla vite di crescere in modo equilibrato e dare rese contenute (70 quintali di uve per ettaro). La composizione costringe la vite ad adattarsi a condizioni stressanti ma produce polifenoli che donano al vino una spiccata sapidità, tensione e profondità. Influisce sulle caratteristiche finali anche l’importante escursione termica del territorio, con giornate calde e notti fresche, spesso accompagnate dai venti provenienti dai vicini monti Sibillini.
Le varietà rosse e bianche selezionate per Rocciamara, dopo una pigiatura soffice, sono state vinificate insieme, fermentate per circa quindici giorni a una temperatura controllata tra i 12° e i 18° C. A seguire l’affinamento in vasche di cemento, dove si è svolta la malolattica, e infine una sosta di dodici mesi in botti di rovere.
Rocciamara 2022 si presenta di colore rosso rubino brillante e carico. Al naso spiccano le note di mora, mirtillo rosso e pesca bianca, accompagnate da menta e anice stellato, il tutto bilanciato da una nota speziata di pepe nero. Al palato conferma il bouquet fruttato, strutturato e persistente. Si sposa alla perfezione sia con primi piatti che con secondi a base di carne e con formaggi.
La produzione è limitata a sole 6.600 bottiglie, disponibili al prezzo di 18 euro nello shop online dell’azienda.

Il Conte Villa Prandone. L’azienda vitivinicola nasce negli anni Cinquanta, quando Amilcare De Angelis mette a dimora sette ettari di vigneto in mezzadria sui colli di Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno. Oggi gli ettari vitati sono 50, per una produzione di circa 250.000 bottiglie l’anno.
La filosofia della famiglia De Angelis si basa su tradizioni che ricoprono il tempo di tre generazioni a sostegno della qualità e dell’ambiente, con pratiche che mirano alla salvaguardia della biodiversità in vigna e alla sostenibilità energetica in cantina. Lo stile de Il Conte Villa Prandone riflette la ricerca del miglior bilanciamento tra identità di frutto e piacevolezza di beva, in un gioco di equilibri che oscilla tra l’assecondare e il domare il terroir. I vini rivelano così una naturale predisposizione gastronomica, accompagnandosi a una grande varietà di piatti che va dagli antipasti più delicati fino agli arrosti più saporiti e alla selvaggina.

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