Intervista ad Angelo Peretti autore di ''Esercizi spirituali per bevitori di vino''

In occasione della 18esima edizione di Vitigno Italia Angelo Peretti ha presentato a Napoli il suo “Esercizi Spirituali per bevitori di vino”

4 Giu 2024 - 12:16
Intervista ad Angelo Peretti autore di ''Esercizi spirituali per bevitori di vino''
Photo Credit: Vitigno Italia

In occasione della 18esima edizione di Vitigno Italia Angelo Peretti ha presentato a Napoli il suo “Esercizi Spirituali per bevitori di vino”, libro composto da novanta brevi capitoli in cui l’autore guida il lettore alla riscoperta del lato umano ed emozionale del vino spiegando come berlo possa rappresentare una sorta di esercizio spirituale, simile a quello praticato dai filosofi quando riflettono sul senso dell’esistenza, un esercizio piacevole, alla portata di tutti, e siccome tutti possediamo la consapevolezza di vivere, accessibile anche agli astemi. 
L’appuntamento, fortemente voluto dagli organizzatori Maurizio Teti e Luciano Pignataro, è stato opportunità per confrontarsi su cosa oggi significhi comunicare il vino e quali possano essere le prospettive per tornare ad interessare un pubblico che sembra aver preso decisamente le distanze da tecnicismi ed elitarismi.  
Abbiamo intervistato Peretti per scoprire il suo punto di vista e su come abbia influenzato la genesi del suo libro. 

Angelo come arriva l’ispirazione per scrivere “Esercizi spirituali per bevitori di vino”?
Il mio libro è nato fondamentalmente da questo: sentivo sempre più lontana la gente che beve il vino e vedevo sempre più bevitori che ritenevano fosse diventato qualcosa di antipatico, perché genera quasi ansia berne un bicchiere, perché se non ne conosci la ritualità, se non ne conosci tutti i dettagli ti senti quasi un emarginato. Ma il vino non è questo. Il vino è un elemento creato dalle persone per le persone, perché possano stare insieme, e per stare insieme bisogna liberarlo da tutti gli aspetti che non sono legati al suo lato umano. Se recuperiamo questo la gente tornerà a interessarsene, se insistiamo nel dipingerlo come qualcosa di tecnico e di elitario saremo sempre in meno a berlo. 

Ha parlato di una crisi che ha vissuto nel suo rapporto con il vino, com’è nata, da cosa è stata scatenata e come ne è uscito?
Ho avuto una crisi interiore, non riuscivo più a capire chi fossi nei confronti del vino e cosa fosse il vino nei miei confronti e temo che sia esattamente quello che oggi succede a tanta gente. 
Non riuscivo più a berlo e interrompere le pubblicazioni del mio giornale online, che ha un seguito piuttosto importante, non è stato facile. Avrei dovuto raccontare delle cose che non vivevo più, non sentivo più mie, e non sarebbe stato bello né onesto nei confronti dei miei lettori. Sono tornato ad occuparmi di vino solo quando ho capito che la sua essenza è raccontare storie di umanità. 
Oggi mi trovo bene nel mio rapporto con il vino perché lo vedo da una angolazione completamente diversa. Non pretendo sia l’angolazione di tutti, però cerco di offrire una prospettiva nuova e, visto che ho vissuto questa trasformazione, nello scrivere il libro ci ho pensato molto, ho voluto cercare di riavvicinare il bevitore reale o potenziale e perfino il bevitore astemio, la persona che non beve vino per motivi personali, salutistici, fisici, a quella che definisco l’umanità del vino, cioè a quella che per me è l’essenza stessa del vino. 

Lei che ha visto il vino da tante prospettive, da giornalista, critico, redattore delle più importanti guide, ed è riuscito a viverlo e comprenderlo in modo diverso probabilmente ha gli strumenti giusti per rielaborare un messaggio nei confronti di un pubblico che è sempre più distante, quello dei giovani. Ha accennato al tema in varie occasioni specificando come fino ad oggi di vino si sia parlato in modo verticale mentre le nuove generazioni lo vivono e lo sentono orizzontalmente. Cosa intendeva dire? 
75 presentazioni ripercorrendo tutto lo stivale, il premio come “Autore dell’anno 2023-2024” riconosciuto in occasione della recente edizione della London Wine Fair. Cosa le dà tutto questo?
Chiaramente mi dà una gioia immensa, ma anche tanta consapevolezza. Parlare di consapevolezza anziché di emozione potrebbe sembrare una risposta arrogante, ma non lo è: infatti, da epicureo quale mi ritengo, credo che dobbiamo essere profondamente consapevoli delle nostre esperienze e che dunque ogni singolo momento della vita debba essere vissuto con pienezza, perché queste gioie, questa bellezza infinita possano diventare parte della nostra esistenza. In questo sono una persona molto fortunata. 

In tanti si chiedono se ci sarà una seconda stagione dei suoi esercizi spirituali, cosa possiamo rispondere ai più curiosi? 
Un secondo volume credo arriverà nel 2026, quando anche io avrò trovato nuovi argomenti su cui meditare e su cui invitare i lettori a fare i loro esercizi spirituali. Nel frattempo vorrei cercare di portare la mia forma stilistica verso una maggior penetrazione nell’area della narrativa, avvicinandomi alla sua leggerezza e allontanandomi dalla tentazione saggistica. Questo è l’esercizio spirituale che vorrei sviluppare nel prossimo libro.

BIO
Angelo Peretti è giornalista pubblicista, collabora dal 1979 con numerose testate. È direttore responsabile di InternetGourmet.it. Ha pubblicato vari libri dedicati all’ambito gastronomico e vinicolo e ha collaborato con alcune delle più note guide italiane dei settori del vino, della ristorazione, dell’olio extravergine di oliva. Ha inoltre elaborato progetti di posizionamento strategico per alcuni consorzi di tutela.

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