Non solo Dry January: inizio anno di rinunce, dalla carne agli sprechi.
Il mese di gennaio crea terreno fertile per far spazio ad abitudini considerate “più sane” dal Dry January, al Veganuary per arrivare al No Spend January
LIFESTYLE - C’eravamo lasciati lo scorso anno, di questi tempi, con il giro di boa del decennale di quella che inizialmente era stata bollata come moda passeggera ma ben presto ha mostrato il volto di vero e proprio trend.
Il Gennaio asciutto, o Dry January per utilizzare il neologismo coniato dagli ideatori anglofoni, pratica di astensione dall’alcol nel periodo immediatamente successivo ai bagordi delle ricorrenze di fine anno, ha collezionato sempre più adepti dal lontano 2013, quando l’associazione Alcohol Change UK lanciò per la prima volta la sfida, e sembra che la platea di fedelissimi sia destinata ad allargarsi associando anche altri esercizi di moderazione.
Archiviati gli eccessi delle feste, il tempo dei buoni propositi crea terreno fertile per far spazio ad abitudini considerate “più sane” che oggi vanno dal taglio delle bevute ad una attenta selezione dei cibi da consumare per arrivare ad un ridimensionamento generale delle spese superflue.
E si perché oggi il Dry January si muove a braccetto con altre pratiche che stanno prendendo piede diventando parte di uno stile di vita improntato alla salute, al benessere e al rispetto del pianeta.
Il Veganuary, astensione dal consumo di proteine nel primo mese dell’anno, è un altro approccio consapevole all’alimentazione in cui la rinuncia alla carne e la scelta di abbracciare una cucina prevalentemente vegetale durante il primo mese dell’anno è volta non solo ad ottenere un effetto detox, favorendo la depurazione di un organismo da risollevare rispetto allo stress ipercalorico delle tavolate in famiglia, ma anche a promuovere uno stile di vita in grado di esprimere il suo contributo per la salvaguardia del pianeta.
Si moltiplicano i siti, tra i quali quello dedicato di Veganuary, grazie ai quali è possibile accedere a consigli e ricette vegan facili e veloci da preparare che rendono anche più semplice adattarsi alle nuove abitudini alimentari.
Chi adotta queste pratiche come stile di vita tutto l’anno ci tiene a sottolineare come per ogni milione di persone che mangia vegano per un mese sarebbero risparmiati oltre sei milioni di litri d’acqua, 100 mila tonnellate di CO2 e più di 3 milioni di vite animali, dati che mostrerebbero inequivocabilmente i vantaggi in termini di ecosostenibilità.
Ultimo ma non meno importante il No Spend January: passate le Feste e l’euforia dei regali natalizi restano gli effetti delle spese pazze che chiedono di rimettere ordine nelle finanze. Qui la sfida, non meno impegnativa delle precedenti, è quella di spendere solo per le necessità, dal cibo, all’affitto, alle tasse, ai medicinali, tagliando tutto ciò che può essere considerato accessorio per non dire superfluo, la qual cosa resta anche strettamente soggettiva.
Tra le opzioni percorribili cucinare a casa rinunciando al take away, dedicarsi ad attività che non richiedono spese come le visite ai musei, biblioteche, parchi, quando è possibile visitarli gratis, sfruttare gli abbonamenti alle piattaforme tv evitando le uscite, tutti suggerimenti che viaggiano in rete e impazzano sui social dove, come di consueto, la condivisione delle esperienze funge da volano e amplificatore delle vecchie e nuove tendenze.
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