Summer tiki 2024: la rinascita dei cocktail in stile polinesiano
L’inserimento nell’ultima lista IBA di Jungle Bird, Chartreuse Swizzle e Iba Tiki farà un gran bene alla diffusione in Italia della tiki cocktail culture
Se i cocktail in stile polinesiano sono tornati di moda oggi in USA e in Australia (trainando di conseguenza il consumo di rum), da noi la rivoluzione tiki deve ancora esplodere. Ma esploderà.
LA STORIA
Prima del Proibizionismo l’America aveva vissuto una vera e propria Golden Age della mixology, diventata solo un ricordo sbiadito in un Paese depresso e disilluso. In pochi, all’epoca, osavano aprire un bar o un ristorante.
Tra questi ci fu Donn Beach, il padre del tiki, che lanciò a Hollywood il Don the Beachcomber, un ristorante cocktail bar polinesiano ispirato ai suoi viaggi di lavoro ai tropici. In breve tempo, fu un successo senza uguali. “Non deve stupire. Il concept rispondeva perfettamente al desiderio di spensieratezza e di evasione della clientela, provata dopo tanti anni di proibizionismo”, spiega Giorgio Fadda, presidente IBA (International Bartenders Association). Risultato? La cultura tiki ottenne un successo travolgente fino alla fine degli anni ‘60, quando in California molti ristoranti cinesi per cavalcare il trend rinnovarono l’arredo in chiave polinesiana. Poi, dagli anni '70 agli anni ’90 furono dimenticati.
IL RITORNO DEL TIKI
Se il tiki nell’ultimo ventennio è tornato in auge è stato merito soprattutto del lavoro di ricerca di Jeff Berry, autore di libri cult sul tema come Intoxica! e Potions of the Caribbean, impegnato per buona parte della sua vita alla ricerca di tutti i barman che avevano lavorato nei due locali da cui partì il movimento, il Trader Vic’s e il Don the Beachcomber, con uno scopo chiaro: farsi dare le ricette dei cocktail (tramandate oralmente e mantenute segrete) e apprendere i segreti delle preparazioni home made. “Non è stato facile conquistare la fiducia dei discepoli dei papà del tiki drink e tanto meno riqualificare in America questo stile di miscelazione. Anzi! Tra il 2002 e il 2004, onestamente, i barman non volevano saperne in nessuno modo dei tiki. Prima che superassero il pregiudizio che i tiki fossero miscele sbrodolose sono trascorsi anni. A riscoprire i drink tropicali fu per prima Londra”, ci aveva spiegato lui stesso in una delle prime edizioni del Roma Bar Show.
TENDENZE ESTATE 2024, 3 DRINK CHE ESPLODERANNO
L'estate, quindi, segnerà una svolta nella cultura dei cocktail tiki nel nostro Paese. Storia, passato, presente e scenari futuri dei drink tiki dimostrano come questo stile continui a evolversi, influenzando il panorama del bere miscelato a livello mondiale. E l'Italia, con la sua innata apertura verso le nuove tendenze, riscoprirà di certo il fascino dei drink esotici e colorati, spesso a base rum.
JUNGLE BIRD
Tra il lavoro di divulgazione di Jeff Berry, la passione degli americani per il Campari, gli investimenti di Campari in comunicazione e la spinta datagli dal suo inserimento nella lista IBA, sarà uno dei drink dell’estate. Il Jungle Bird ha due particolarità: primo, è un tiki con Campari, ingrediente assai raro in questo genere di drink. Secondo, è uno dei pochi cocktail made in Malesia celebri in tutto il mondo. Creato negli anni ’70 da Kuala Lumpur al bar Aviary dell’Hilton, il Jungle Bird era stato quasi del tutto dimenticato, poi complice la sua rinascita Oltreoceano molti bar lo hanno di nuovo inserito in carta. Si fa con rum giamaicano, bitter Campari, succo d’ananas, succo di lime e sciroppo di zucchero.
CHARTREUSE SWIZZLE
Entrato per la prima volta nella lista IBA fra i New Era Drinks nel 2024, ideato nel 2002 dal bartender Marco Dionysos allo Starlight Room di San Francisco, è stato uno dei primi drink moderni con la Chartreuse verde come alcolico di base, oltre a Falernum, succo di ananas e succo di lime.
IBA TIKI
Questo è il coronamento, per quanto riguarda la ricerca in ambito miscelazione tiki, della carriera del cubano Diosmel Mendoza Medrano. Il drink è stato proposto in onore del direttivo Iba all’Hotel Habana Libre dell’Avana, per la precisione nel ristorante Polinesio, un locale tipicamente tiki. E non per nulla: quando l’hotel venne aperto sotto l’insegna Hilton nel 1958 fu subito dotato di un Trader Vic’s, uno dei locali della catena tiki firmata da Victor Bergeron – alias, Trader Vic, l'inventore del Mai Tai. Una catena diffusa ancora oggi in alcuni dei più prestigiosi hotel Hilton di mezzo mondo. Iba Tiki si costruisce con rum Profundo Havana Club, rum Smoky Havana Club, amaretto, Frangelico, maraschino, purea di passion fruit, succo di ananas fresco, succo di lime fresco e fettina di zenzero.
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