Tartufo: il prezzo scende a 2.500 euro al kg, è corsa agli acquisti
Le condizioni climatiche favorevoli hanno condotto a un contenimento dei prezzi rispetto all'anno scorso: oggi il tartufo bianco fa registrare ottime quotazioni
Al via la stagione di raccolta del tartufo bianco con le prime quotazioni che spingono gli italiani all’acquisto facendo registrare in media prezzi di 2.500 euro al chilo per pezzature oltre i 50 grammi (la più pregiata) alla borsa del tartufo di Acqualagna nell’ultima rilevazione del 12 novembre, anche se molto dipende da caratteristiche e profumo.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti che fa precedere un fine stagione con il botto per feste e sagre in tutta la penisola, ottime occasioni per assaggiarlo e acquistarlo a prezzi e condizioni più convenienti.
Le condizioni climatiche favorevoli, sottolinea la Coldiretti, hanno favorito un contenimento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando si registravano per le stesse dimensioni valori di 4.500 euro al chilo.
Arrivati a metà novembre, si aprono scenari positivi sulla stagione del tartufo bianco con il clima e l’abbassamento delle temperature che assicurano una qualità davvero alta con ottimi profumi che rispecchiano appieno le caratteristiche peculiari del Tuber magnatum. Prezzi molto convenienti – precisa la Coldiretti – si registrano in realtà lungo tutta la Penisola, dove le manifestazioni in corso sono una opportunità da cogliere al volo. Le condizioni climatiche fino ad ora hanno consentito infatti – sottolinea la Coldiretti – una buona raccolta per il Tuber magnatum Pico, che si sviluppa in terreni freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione.
Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega la Coldiretti – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
La ricerca dei tartufi, praticata già dai Sumeri, – riferisce la Coldiretti – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.
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