A Napoli apre JOCA, ristorante e tapas bar della stella Michelin Gianluca D’Agostino
A Napoli, nel cuore del quartiere Chiaia, prende vita Joca, un sogno di convivialità contemporanea dello chef Gianluca D’Agostino
Giovedì 22 febbraio 2024 a Napoli nel cuore del quartiere Chiaia apre i battenti JOCA di Gianluca D’Agostino, stella Michelin al Veritas di Napoli. Un posto vivo, contemporaneo, accogliente: la fantasia di una vita, in cui potersi esprimere in piena libertà.
“Pazzo chi joca e pazzo chi nun joca”, dicono i napoletani, per ricordare a sé stessi e al mondo che astenersi dall’azzardo di una vita piena è da matti tanto quanto rischiare. A fuoco lento, Napoli condensa nei motti popolari la saggezza di intere generazioni di “giocatori” e Chef D’Agostino sceglie di fare di questo adagio la propria cifra.
JOCA è un invito, un’esortazione a mettersi in gioco e in relazione – prendendosi dunque molto sul serio, come i bambini, alla ricerca di esperienze autentiche e di stupore – in uno spazio che guarda all’Europa e all’energia delle grandi capitali internazionali. Un’aurora boreale dell’anima, che già al primo sguardo intende stupire.
Fuori, grandi portali in lamiera sotto un’insegna essenziale e un maniglione rosso che si offre alla curiosità, come una promessa. All’interno, effetti luminosi e cromatici dicono dell’anima vivida di JOCA, mentre l’ampio tapas bar, un lungo divano rosso e alte sedute suggeriscono una fruizione rilassata, senza obblighi di dress code.
Specchi dicroici creano sfumature dinamiche, diverse ad ogni sguardo, mentre ampie cortine in alluminio dai colori vivaci giocano con il vuoto, come sospese tra pareti in malta cementizia e soffitti scuri. E poi, legno e ferro, elaborati dalla maestria di artigiani napoletani: una grande lanterna in vetro rosa per i vini, il lunghissimo bancone in massello di frassino olivato, tavoli e sedute del migliore design made in Italy.
Dopo aver portato la stella Michelin nel cuore della città e dopo undici anni di successi, Chef D’Agostino svolta in contropiede verso un’idea di ristorazione più inclusiva, sebbene rigorosa: un luogo in cui stare bene, stringere legami e riconoscersi, come in ogni gioco che si rispetti.
A Chiaia, tra boutique storiche e botteghe artigiane, prende vita una piccola, grande rivoluzione nel modo di intendere la ristorazione fine dining, condotta con la consapevolezza e la competenza di un talento di lunga esperienza (Don Alfonso 1890, Locanda Locatelli a Londra, Alkimia e Coure a Barcellona, per citare solo le principali).
Doppio menù, quindi: ristorante à la carte ma anche tapas bar per l’aperitivo, il dopo teatro o una piacevole pausa allo shopping. Ricca e trasversale la proposta enologica, in divenire come il luogo che abita, con etichette legate al territorio, a particolari vitigni, a speciali produttori, selezionati tutti con curiosità, nella tradizione italiana e nel più recente panorama produttivo.
Al centro di tutto, la verità dell’esperienza e il valore conviviale del cibo, del vino: piatti dritti, mirati alla pienezza dei sapori, all’esaltazione della purezza degli ingredienti, tra memorie antiche e curiosità attualissime, abbinati a calici schietti, insoliti, di grande carattere.
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