Indagine antidumping cinese sui distillati europei: i rischi per il settore secondo Federvini
Federvini esprime la sua preoccupazione per una nuova limitazione del commercio internazionale che potrebbe derivare dalla recente indagine antidumping cinese
Come vi avevamo raccontato in questa news, il Ministero del Commercio della Repubblica Popolare cinese ha dato avvio ad un’indagine finalizzata a verificare la sussistenza di pratiche di dumping commerciale riguardo l’importazione di distillati di vino di origine UE. Tale misura è stata intrapresa alla luce di sollecitazioni giunte dalll’associazione nazionale che rappresenta i produttori di spiriti che lamenta un danno all’industria locale.
L’iniziativa desta preoccupazione tra i produttori nazionali, oltre che europei. A seconda dei suoi esiti, e delle decisioni che verranno prese dal Governo della Repubblica Popolare cinese, potrebbe infatti configurarsi, per il settore italiano della produzione e commercializzazione di acquaviti, in particolare il Brandy, una nuova limitazione al commercio internazionale nonché un probabile innalzamento dei dazi all’importazione, già a partire da due mesi dall’avvio dell’indagine, presentata il 5 gennaio 2024.
Commenta la Presidente di Federvini Micaela Pallini: "Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una vera e propria ritorsione che rischia di colpire ingiustamente un settore estraneo ad una querelle di natura politica, supponiamo in parte legata all’indagine attivata dalla Ue sui veicoli elettrici cinesi”. “Non dimentichiamoci – aggiunge la Presidente Pallini - che il settore, in virtù della controversia Airbus-Boeing ha subìto dazi ad valorem pesantissimi negli Stati Uniti per circa due anni dal 2019 al 2021. In uno scenario internazionale così incerto e delicato, segnato da conflitti, non è auspicabile intraprendere nuove guerre commerciali. Tra l’altro non è la prima volta che la Cina colpisce duramente uno dei settori emblema del Made in Italy, circa 10 anni fa già il vino fu oggetto di un’indagine simile e grazie ad un intenso lavoro di diplomazia europea si riuscì a trovare una soluzione condivisa”.
Federvini, l’associazione confindustriale dei produttori di vini, spiriti e aceti, auspica che le istituzioni nazionali e comunitarie non facciano mancare il proprio supporto e che a livello diplomatico sia attivato un confronto costruttivo per scongiurare misure di ritorsione.
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