Ristorazione italiana, crescita record in 50 anni: +110% di imprese e 96 miliardi di consumi

La ristorazione italiana raddoppia le imprese in 50 anni, +110% dal 1970, i consumi fuori casa salgono a quota 96 miliardi. I dati dall'Assemblea FIPE 2025.

13 Nov 2025 - 09:39
Ristorazione italiana, crescita record in 50 anni: +110% di imprese e 96 miliardi di consumi

ASSOCIAZIONI, ENTI E CONSORZI - La ristorazione italiana ha più che raddoppiato il numero di imprese negli ultimi cinquant'anni, passando dalle 154 mila attività del 1970 alle oltre 323 mila di oggi, con un incremento del 110%. I consumi fuori casa hanno raggiunto quota 96 miliardi di euro, confermando il settore come uno dei motori economici e sociali più rilevanti del Paese. I dati sono emersi durante l'Assemblea Pubblica 2025 di FIPE-Confcommercio, tenutasi a Roma, nell'anno che celebra l'ottantesimo anniversario dalla fondazione della Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

L'evento, intitolato "Impresa, bene comune", è stato aperto da Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, seguito dalla relazione di Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE. A concludere la sezione pubblica dell'Assemblea è stata la lectio magistralis del professor Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale. Al centro delle riflessioni il significato autentico del fare impresa, con la sua funzione economica e sociale e la capacità di costruire coesione, dignità e benessere.

L'analisi storica presentata dalla Federazione mostra una crescita eccezionale del valore economico del comparto. Nel 1970 i consumi fuori casa valevano 20,9 miliardi di eurolire. Nel 2000 il valore aveva raggiunto i 51,4 miliardi di euro, con una crescita reale del 146%. Nel nuovo millennio l'espansione è proseguita a ritmi più contenuti: tra il 2000 e il 2024 l'incremento reale si è attestato al 5,5%. Oggi il settore rappresenta un vero e proprio mercato "di massa".

La crescita del comparto non si limita ai risultati economici. Bar e ristoranti rappresentano un presidio di socialità, luoghi di incontro e relazione che contribuiscono a rafforzare il senso di comunità del Paese. Se negli anni Settanta il settore era caratterizzato soprattutto da piccole imprese familiari con presenza territoriale diffusa, oggi su quella base si sono innestate nuove forme di imprenditoria che hanno diversificato format commerciali e modelli di servizio.

FIPE-Confcommercio ha ribadito il ruolo della ristorazione come motore capace di generare occupazione, identità locale e valore condiviso, sottolineando la centralità del comparto nella vita quotidiana e culturale degli italiani.

«Ottant’anni di FIPE non rappresentano soltanto la storia di una Federazione, ma la storia viva di un Paese che, attraverso bar, ristoranti e locali, ha costruito socialità, lavoro, identità - ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, Presidente FIPE-Confcommercio - Dal 1945 a oggi abbiamo accompagnato l’Italia nelle sue stagioni più difficili e nelle sue conquiste più importanti, dalla ricostruzione post-bellica al boom economico, dalla globalizzazione alle crisi recenti, restando sempre un presidio di fiducia, di legalità e di coesione. In ottant’anni abbiamo imparato che un pubblico esercizio non è solo un’impresa: è un presidio di comunità, un luogo dove si incontrano le persone, si condividono storie, si generano relazioni e opportunità. È, a pieno titolo, un bene comune. L’impresa, quando è animata da responsabilità, qualità e visione, contribuisce a migliorare la vita delle persone e a rafforzare il tessuto sociale del Paese. Celebrare oggi gli ottant’anni della FIPE significa rendere omaggio a generazioni di imprenditori che hanno dato dignità al lavoro e fiducia al futuro, trasformando un mestiere in un’arte, un servizio in un’esperienza, un’impresa in una comunità. Significa riconoscere che dietro ogni caffè servito, ogni piatto preparato, ogni sorriso offerto, c’è un contributo concreto alla crescita economica e al benessere collettivo. Guardiamo avanti con la consapevolezza che il valore dei pubblici esercizi non si misura solo nei numeri, ma anche nella loro funzione sociale, nella capacità di tenere vive le nostre città, di costruire inclusione, di trasmettere cultura e identità. FIPE continuerà a essere la casa di questa fiducia e di questa responsabilità: una casa che rappresenta, unisce e dà voce a chi, ogni giorno, tiene viva l’Italia vera: quella che lavora e che crede in qualcosa che va oltre il proprio bancone, la propria vetrina, il proprio dehors. Quella che non urla, ma costruisce. Quella che non si lamenta, ma resiste, si rinnova, e si rialza sempre.»

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