La Pietra di Tommasone presenta Aphrodite, il primo spumante metodo classico campano affinato in mare

La Pietra di Tommasone ha ufficialmente presentato alla stampa il suo APHRODITE Ischia Bianco Spumante Dop metodo classico affinato in mare

18 Giu 2024 - 12:08
La Pietra di Tommasone presenta Aphrodite, il primo spumante metodo classico campano affinato in mare

L’attesa è finita. Dopo poco più di tre anni dal lancio del suo progetto La Pietra di Tommasone ha ufficialmente presentato alla stampa il suo APHRODITE Ischia Bianco Spumante Dop, metodo classico affinato in mare nelle acque a largo di Casamicciola, primo in Campania nel suo genere. 

Un percorso che ha avuto inizio nel lontano maggio del 2021 quando, ottenuti i permessi necessari da parte degli enti di competenza (Guardia Costiera, Aria Marina Protetta Regno Di Nettuno, Comune di Casamicciola Terme) e dopo aver ricevuto la concessione demaniale, l’azienda ha potuto iniziare a collocare le 500 bottiglie dell’annata 2020 di spumante Metodo Classico sui fondali del Mar Tirreno. 

Aphrodite è ottenuto con due uve tipiche dell’isola, biancolella e forastera, provenienti dal vigneto di Tenuta Chiena situato nel cuore di Forio, e la sua rifermentazione è avvenuta nelle profondità del mare di Aenaria, dove l’assenza di luce, che mette al riparo dalle fasi lunari, il microclima con una temperatura costante (12°C), il flusso delle correnti marine che cullano il vino e le sue molecole con un remuage costante e naturale hanno dato il loro contributo speciale. 

Le bottiglie sono state custodite all’interno di robuste gabbie in acciaio posizionate a una profondità di 40 metri, un cantinamento subaqueo che non ha avuto alcun impatto ambientale per via dei materiali utilizzati, esclusivamente vetro e acciaio, condizione confermata dal successivo proliferare della vegetazione marina.

La presentazione è stata accompagnata da una degustazione comparativa alla cieca con bottiglie della stessa annata allocate nella cantina storica. 

«Abbiamo assaggiato i due spumanti senza sapere quale fosse quello affinato in mare e quale quello in cantina. Al di là di ogni considerazione su quale dei due fosse meglio, una cosa è possibile affermarla, senza ombra di dubbio: la differenza è marcata e riconoscibile sin dal primo sorso» ha dichiarato il giornalista e critico enogastronomico Luciano Pignataro, che, alla presenza dei produttori Lucia Monti e Giuseppe Andreoli, ha condotto la degustazione insieme al Presidente dell’AIS Campania Tommaso Luongo.   

Luciano Pignataro, Giuseppe Andreoli, Lucia Monti e Tommaso Luongo

«Quando i vini sono stati versati nel calice la differenza è saltata agli occhi, quello che poi abbiamo scoperto essere stato cantinato in mare evidenziava una maggiore brillantezza, nuance più dorate frutto di una sorta di accelerazione cromatica – ha commentato Tommaso Luongo la bollicina era più cremosa e più fine, il naso completamente avvolto da sensazioni empireumatiche, tostature, sensazioni salmastre, quasi gessose. Il risultato dell’esperimento visionario di Lucia e Giuseppe che hanno testato non solo l’affinamento sott’acqua ma addirittura la rifermentazione del loro metodo classico, è estremamente incoraggiante per personalità e carattere; un’intuizione che coniuga la rotondità del sorso con la persistente sapidità. Perfettamente riuscita anche l’integrazione tra la cremosità della carbonica con la freschezza gustativa»

L’etichetta, nata in collaborazione con la Scuola di decorazione dell’Accademia Di Belle Arti Di Napoli e realizzata da Fabrizio De Cunto, vuole rappresentare un inno alla fusione tra arte e vino, mentre il nome, che rievoca il mito della dea della bellezza greca, è un omaggio all’antica Pithecusa, il più antico stanziamento greco in Italia che ha trovato spazio proprio sull’isola di Ischia nella prima metà dell’VIII secolo. 

«Siamo orgogliosi di aver dato vita ad Aphrodite e ad un progetto - ha affermato Lucia Monti, proprietaria dell’azienda La Pietra di Tommasone - Questo vino è il frutto di un sogno, di un lungo lavoro e soprattutto di una grande passione per la nostra terra. Siamo da sempre attenti alla valorizzazione del territorio ischitano e dei suoi vitigni autoctoni: con Aphrodite abbiamo voluto portare ancora una volta il nostro impegno nella ricerca e nella sperimentazione, creando un vino che possa portare in chi lo beve un’esperienza da vivere e un’emozione da assaporare»

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